Il Procuratore di Napoli ha parlato delle sfide della lotta alla mafia nel Terzo Millennio, toccando anche i temi della politica e delle riforme
Un pubblico numeroso ha accolto con entusiasmo, a Montauro, il Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri. L’incontro si è svolto negli spazi all’aperto di Palazzo Zizzi, nell’ambito della terza edizione della manifestazione antimafia “Però parlatene…”. L’evento ha visto Gratteri confrontarsi con il giornalista Francesco Pungitore in un dialogo che ha toccato i temi più caldi del suo ultimo libro, “Il Grifone” (Mondadori). Dopo l’introduzione musicale curata dall’associazione “La radice sociale” e i saluti istituzionali del sindaco Giancarlo Cerullo, dell’assessore comunale Leo Aiello e del consigliere comunale Antonio Schiavone, il magistrato, già Procuratore di Catanzaro dal 2016 al 2023, noto per la sua lunga e coraggiosa battaglia contro la ‘ndrangheta, ha lanciato un messaggio forte e chiaro: “C’è bisogno di incominciare a prendere posizione, c’è bisogno di arrabbiarsi, di protestare. Contestare in modo democratico, ma contestare. Non assuefarsi, non rassegnarsi. La rassegnazione fa il gioco dei furbi, degli spregiudicati che pensano di poterti usare”. Parole, pronunciate con la convinzione di chi ha dedicato la sua vita a combattere la mafia e a dire la sua anche contro le tante storture della politica, a partire dalle varie riforme della giustizia, dalla Cartabia in poi.
Durante l’incontro, Gratteri non ha esitato a criticare la “miopia” storica dei governi del nostro Paese. Ha ricordato il blocco delle assunzioni che, dal 2010, ha lasciato gli organici delle forze dell’ordine in condizioni critiche, e ha sottolineato il ritardo tecnologico dell’Italia rispetto ad altre nazioni europee: “Olandesi e tedeschi oggi riescono a bucare le piattaforme di comunicazione delle mafie e ci mandano migliaia di file audio. Noi no. Chi ci ha governati, negli anni, non ha capito cosa programmare e di cosa c’era bisogno”. Non sono mancate critiche nei confronti dell’attuale Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in particolare sul tema delle intercettazioni: “Sento il ministro dire cose… Ad esempio, sulle intercettazioni. Lui prima dice che costano troppo. Poi firma un listino prezzi sulle intercettazioni. Due settimane dopo va in Parlamento e dice di nuovo che costano troppo. Poi afferma che bisogna tornare ai pedinamenti perché i mafiosi non parlano al telefono. Certo, non sentirò mai il mafioso chiamare la moglie e dirgli che andrà a fare un omicidio. Ma magari lo sentirò chiamare un tecnico comunale e dargli appuntamento al bar”. A tale proposito, Gratteri ha espresso preoccupazione per la protezione che il sistema attuale garantisce a quei soggetti della pubblica amministrazione che, nonostante siano coinvolti in attività criminali, godono di una certa impunità grazie a lacune normative e alla mancanza di strumenti investigativi adeguati. “Man mano che si abbassa il livello morale ed etico complessivo, noi vediamo, sempre più, indagati politici, forze dell’ordine, mondo delle professioni e anche qualche magistrato”, ha dichiarato Gratteri, aggiungendo che il trend attuale mostra una relazione sempre più stretta tra potere mafioso e settori un tempo insospettabili della società.
Il Procuratore ha quindi invocato riforme sostanziali, capaci di garantire l’efficacia delle indagini, in particolare sull’uso delle intercettazioni ambientali per reati come la corruzione e la concussione. “Se il trend è questo, di relazione con il potere mafioso, allora tu mi devi dare gli strumenti normativi e tecnologici adeguati di contrasto”, ha ammonito Gratteri, evidenziando la necessità di interventi legislativi mirati per evitare che le mafie continuino a infiltrarsi nei gangli vitali dello Stato e della società. Il dialogo si è poi spostato sulle sfide tecnologiche che la magistratura italiana deve affrontare nel Terzo Millennio, temi centrali del libro “Il Grifone”. Gratteri ha spiegato come le mafie abbiano ormai abbracciato le nuove tecnologie: “Non più picciotti, ma hacker e broker che operano tra dark web, social e reti informatiche”. Questa nuova realtà richiede un approccio globale, che tenga conto di fenomeni transnazionali come i traffici di droga gestiti dai cartelli messicani, l’uso delle criptovalute per riciclare denaro e le sfide poste dal metaverso e dall’intelligenza artificiale. A conclusione dell’incontro, Gratteri ha espresso il suo entusiasmo per il nuovo incarico a Napoli: “Bellissimo. A me le sfide piacciono. Certo, se avessi potuto sarei rimasto a Catanzaro. Avevamo costruito una grande squadra. Abbiamo fatto delle cose importanti in questi anni”. Tuttavia, ha rassicurato il pubblico di Montauro sulla continuità del lavoro svolto: “La squadra c’è, c’è ancora. Presto a settembre avrete un nuovo Procuratore che sarà sicuramente all’altezza delle sfide e della delicatezza della Procura di Catanzaro. Io sono andato a Napoli, ma continuate a fidarvi delle forze dell’ordine”.
Al termine dell’intenso incontro che ha visto il Procuratore della Repubblica di Napoli protagonista della terza edizione della manifestazione antimafia “Però parlatene…”, si è svolto un lunghissimo e partecipato firma copie, durato oltre un’ora. Centinaia di persone in fila per avere l’opportunità di ricevere una dedica personale dall’autore del libro “Il Grifone”. Un momento di grande vicinanza tra Gratteri e i cittadini che ha testimoniato l’affetto e il rispetto che il pubblico nutre per una figura che incarna la lotta alla mafia in prima linea.
A coronamento della serata, l’amministrazione comunale di Montauro ha voluto rendere omaggio al Procuratore con una targa ricordo, simbolo di riconoscimento per il suo instancabile impegno nella difesa della legalità. Nel consegnare la targa, i rappresentanti del Comune hanno invitato ufficialmente Gratteri a tornare per la prossima edizione di “Però parlatene”, con l’auspicio di poter continuare questo dialogo prezioso e necessario sulla lotta alla criminalità organizzata.