Sono stati presentati ieri a Squillace, nella Casa delle Culture, i risultati della campagna di scavi e di ricerca attuata dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana nell’ambito del “Vivarium Project”. Una campagna di studio cominciata lo scorso anno e che si protrarrà certamente per altri anni. Quest’anno i ricercatori hanno operato in località Ceraso di Squillace, dove esistono ruderi antichi rinvenuti dai proprietari di quei terreni, la famiglia Lopez-Pascali. Su segnalazione di Francesca Ferraro, gli studiosi si sono messi in moto rinvenendo interessanti reperti. Ne ha parlato il professore Gabriele Castiglia, docente di Topografia dell’Orbis Christianus Antiquus, il quale è partito dal ritrovamento di Tommaso Lopez, figlio dei proprietari, che ha avvistato l’antico muro mentre stava facendo lavori agricoli. Castiglia ha detto che vi era già la consapevolezza di questo luogo, come scrisse Guido Rhodio in un suo studio, dopo il ritrovamento dell’epigrafe funeraria di Elpidiano avvenuto verso la fine degli anni Cinquanta. Castiglia ha citato le analisi condotte dall’archeologo Francesco Cuteri, la georeferenziazione e il saggio di scavo. È stata individuata una parte di una villa romana, riferita alle terme ed anche una sepoltura, forse di un ragazzo, risalente al VI secolo, quindi in epoca cassiodorea. Come corredo è stata rinvenuta una fibbia che sarà analizzata, così come saranno analizzate le ossa del defunto. Per quanto riguarda le prospettive, Castiglia ha proposto che il sito venga reso fruibile e venga valorizzato anche a fini culturali e turistici, oltre che economici; ad esempio sfruttando l’archeologia del vino o l’esperienza dell’archeodromo, come accaduto in altri posti. ’A portare i saluti dell’amministrazione comunale è stata l’assessore al turismo Natascia Mellace, mentre il delegato diocesano per i beni culturali don Maurizio Franconiere ha parlato della sinergia con l’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace per l’attuazione del Vivarium Project. Alfredo Ruga, funzionario della Soprintendenza archeologica ha portato i saluti della sovrintendente Stefania Argenti e si è augurato che quanto rinvenuto permetta di pianificare le ricerche sul territorio. L’archeologa e presidente dell’Istituto di Studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria Chiara Raimondo ha messo in risalto l’importanza del progetto in un territorio in cui la ricerca era ferma da decenni. Quindi, i ringraziamenti da parte di Domenico Benoci, archeologo del Piac, e l’intervento conclusivo della proprietaria Sandra Pascali, la quale ha sostenuto fin dall’inizio l’esperienza di studio e di ricerca sui terreni di Villa Ceraso.
Carmela Commodaro

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