C’è un’antica domus romana nell’area di località Ceraso a Squillace. E poi frammenti di vasi in terracotta e resti di un calidario. Sono i rinvenimenti individuati nell’ambito della campagna di scavi avviata con il progetto sostenuto dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, con il supporto della diocesi di Catanzaro-Squillace, nell’area compresa tra i comuni di Squillace e Stalettì. Ieri, lunedì, si è svolto un sopralluogo nella zona degli scavi per verificare lo stato di avanzamento delle attività. Erano presenti l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace mons. Claudio Maniago, il segretario generale del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, mons. Carlo Dell’Osso, i referenti del progetto, prof. Gabriele Castiglia e dott. Domenico Benoci, il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Pietro Falbo, il presidente della Provincia di Catanzaro Amedeo Mormile, il sindaco di Squillace Enzo Zofrea, l’assessore comunale al turismo Natascia Mellace, il consigliere comunale Mimmo Facciolo, l’archeologo Francesco Cuteri, docente dell’Accademia di Belle Arti, don Pasquale Gentile, economo della Conferenza episcopale calabra, e i parroci di Squillace.

Il progetto è rivolto alla ricerca e all’individuazione dei luoghi in cui fiorì e si sviluppò la vita e l’attività di Cassiodoro, illustre letterato, storico, filosofo e fondatore di una comunità monastica. In una prima fase si è proceduto alla mappatura del territorio dell’area compresa tra Squillace e Stalettì, in questi giorni si è entrati nel vivo della campagna di scavi con l’obiettivo di riportare alla luce tracce dei luoghi cassiodorei. Durante il sopralluogo è stato riferito del rinvenimento di ulteriori reperti di particolare interesse archeologico quali, appunto, un’antica domus romana, un calidario, cioè un’area facente parte di un sito termale e monili e frammenti di vasi in terracotta che fanno ipotizzare la presenza in questi luoghi di un importante insediamento. Il presidente della Camera di Commercio, d’intesa con l’arcidiocesi e con il Pontificio istituto di archeologia cristiana, ha convenuto sulla necessità di programmare già nei prossimi giorni ulteriori incontri istituzionali allo scopo di individuare partner disposti a sostenere il progetto. «Si tratta – ha detto – di una iniziativa meritoria su cui continueremo ad insistere perché ne riconosciamo l’indubbia valenza culturale. Ciò che sta emergendo dalla campagna di scavi ci fa ben sperare sulla possibilità di creare un parco archeologico, capace di richiamare gli appassionati del turismo religioso ma più, in generale, di generare attrattività verso questi luoghi determinando positive ricadute sul territorio sotto il profilo produttivo ed economico».
Carmela Commodaro

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