Questa mattina militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro guidati dal colonnello Pierpaolo Manno, coordinati dalla Procura, hanno dato esecuzione all’ordinanza con la quale il gip ha disposto l’applicazione della misura cautelare personale nei confronti di 15 persone per la ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai reati, rispettivamente ipotizzati, a vario titolo, di corruzione, concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, abusiva introduzione in sistema informatico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, poste in essere anche a vantaggio di plurime società nei confronti delle quali è stata ipotizzata la rispettiva responsabilità amministrativa. In particolare è stata disposta la misura degli arresti domiciliari nei confronti di due imprenditori e di un dirigente medico-docente universitario dell’A.O.U. “Renato Dulbecco” di Catanzaro, nonché la misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici/servizi nei confronti di tredici pubblici ufficiali (fra cui il medico- docente universitario sottoposto anche alla misura degli arresti domiciliari) dipendenti, rispettivamente dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, dell’A.O.U. “Renato Dulbecco” di Catanzaro, dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone, dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria e dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, nonché, uno degli indagati, anche consigliere comunale di un Comune della provincia di Catanzaro. I provvedimenti, emessi su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, scaturiscono dalla complessa attività di indagine svolta dal Nucleo di Polizia Economica -Finanziaria/Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza di Catanzaro, guidata dal colonnello Daniele Tino, nell’ambito della costante attività di tutela della spesa pubblica, con particolare riguardo al settore sanitario, finalizzato al contrasto delle più sofisticate forme di illecita gestione delle risorse erariali e delle frodi ai danni dello Stato. Le complesse indagini hanno consentito di delineare – nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa – la gravità indiziaria circa la turbata regolarità di 9 appalti pubblici del valore complessivo di oltre 33 milioni di euro, banditi dalla Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria, dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, nonché dall’A.O. “Pugliese – Ciaccio” e dall’A.O.U. “Mater Domini” (ora confluite nell’A.O.U. “Dulbecco”). Rispetto a tali gare sono stati ipotizzati illeciti legami tra alcuni pubblici ufficiali, preposti alla gestione delle gare stesse, e gli agenti/rappresentanti delle società che forniscono materiali o servizi sanitari, anche mediante la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con bandi e capitolati redatti in modo da orientare l’aggiudicazione a soggetti predeterminati, in violazione della concorrenza e a discapito dell’economicità e della trasparenza dell’azione amministrativa. In alcuni casi sono state ipotizzate condotte corruttive, con utilità (promesse o erogate) ai pubblici ufficiali coinvolti, intese quale remunerazione delle condotte illecite che sarebbero state perpetrate in favore degli operatori economici interessati alle procedure. Sono stati ipotizzati, altresì, sul piano della gravità indiziaria, reati di falso ed altro, nello svolgimento di concorsi indetti da alcuni dei menzionati enti pubblici, per il reclutamento di personale, e di truffa, in relazione alla ripartizione del fondo incentivi per le funzioni tecniche, a beneficio di dipendenti dell’ex A.O. “Pugliese – Ciaccio”, in assenza dei presupposti previsti. Si è, altresì, ipotizzato il reato di truffa in relazione alla percezione, da parte di un dirigente medico dell’ex A.O.U. “Mater Domini” e all’Università “Magna Graecia”, legato da un contratto di lavoro a tempo pieno ed esclusivo, delle relative indennità economiche di esclusività, sebbene lavorasse, occultamente, presso due cliniche private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale (aventi sede nelle province di Crotone e Napoli), e ciò mediante l’utilizzo di 2 società prive di reale consistenza giuridico-economica, che avrebbero emesso sistematicamente fatture per operazioni inesistenti, con successiva corresponsione di somme in contanti al pubblico ufficiale. Contestualmente è stato eseguito il sequestro disposto d’urgenza dal P.M. nei confronti di 2 soggetti e di una società per un valore complessivo di circa 530.000 euro.

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