L’Associazione Combattenti “La Tripona” sezione di Satriano, presieduta da Mariella Battaglia, ha organizzato un conferenza per celebrare il Giorno della Memoria, sul tema “Gli Internati Militari Italiani: storia e memoria di un’ingiustizia”. L’iniziativa è stata accolta presso il Teatro Comunale alla presenza di alunni delle classi seconde e terze della Secondaria di Primo grado di Satrano e gli studenti satrianese dell’ITT “Malafarina” di Soverato. La giornata ha avuto inizio con l’Inno di Mameli seguito dalla lettura di un testo da parte dell’alunna Giorgia e seguito da un video in cui Giuseppino Basile, unico superstite satrianese che ha raccontato alcune sue esperienze in campo di guerra ed evidenziato il suo essere fiero di aver combattuto per la Patria. I lavori sono stati coordinati dalla giornalista Rosanna Paravati, la quale nell’introdurre l’argomento ha messo in evidenza l’importanza della memoria per non ripetere gli orrori commessi, facendo anche riferimento al periodo attuale in cui si susseguono guerre, morti, sangue e violenze e invitando, quindi, i giovani a riacquistare i valori dell’amore, del rispetto, dell’uguaglianza e della fratellanza, utili per una società migliore. La Presidente della Tripona, nel salutare i presenti e nel ringraziare i dirigenti scolastici per aver autorizzato l’uscita degli alunni, ha ringraziato altresì i relatori per il contributo storico. Battaglia si è poi soffermata sull’importanza dell’incontro, “utile per non dimenticare il sacrificio dei nostri uomini che hanno combattuto e patito le peggiori sofferenze per donarci la libertà. I nostri internati – ha aggiunto – non si sono piegati al volere dei loro carnefici e sono morti da uomini liberi”. Sono seguite le relazioni arricchite dal susseguirsi di slide, da parte del Colonnello Ugo Gaeta, del Generale Pasquale Martinello, dello Storico Felice Izzi e del Parroco padre Francesco Marino, i quali hanno approfondito la conoscenza sugli internati e sulle varie vicissitudini e sofferenze che in quel periodo storico i militari italiani hanno vissuto nel loro quotidiano, affrontando la fame, il freddo, le malattie, la violenza e tutte quelle sofferenze inflitte loro dal governo nazista. Catturati e deportati in Germania, vittime dell’ideologia razzista propria dei totalitarismo del Novecento, i militari italiani vivono una drammatica esperienza, fatti prigionieri e portati nei lager di Germania e Polonia dove perdono il loro status di prigionieri e diventano IMI, Internati Militari Italiani, in balia dei nazisti che li considerano traditori. Successivamente lo storico, attraverso la presenza di Anna Arcuri, figlia e nipote di internati della vicina Davoli, ha ribadito il trattamento disumano inflitto agli internati italiani, costretti a lavorare come schiavi e che comunque riuscivano a scrivere delle lettere ai propri familiari, così come ha fatto Gerardo, il papà di Anna, che ogni giorno è riuscito ad annotare gli eventi della giornata su un quaderno, lasciando così memoria di quel triste momento. Il quaderno che riporta tutte le tristezze vissute da Gerardo con i suoi compagni è ben custodito con cura insieme a delle foto e presto, questa triste storia darà vita ad un libro che a breve verrà presentato come testimonianza e memoria di vita vissuta e non raccontata. Nel trarre le conclusioni, padre Francesco ha ribadito l’importanza di non dimenticare ma di trasmettere e ha invitato ni giovani a ragionare con la propria testa e non con i pensieri degli altri. Il parroco ha, poi, ricordato il sacrificio dei sacerdoti e di tutti i “giusti” che nei campi di concentramento hanno sacrificato la propria vita per salvare altre vite, Padre Kolbe, Primo Levi e Victor Frankl che ha trovato un senso alla vita aiutando gli altri a trovare il significato della propria.

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