Proseguono i test di IT-alert dedicati a rischi specifici. Questi test, dopo quelli effettuati lo scorso anno su scala regionale, hanno lo scopo di verificare il funzionamento del sistema nazionale di allarme pubblico. “I test è scritto in una nota del Dipartimento nazionale della Protezione Civile – insistono in porzioni ristrette di territorio e stanno permettendo di raccogliere dati fondamentali per ottimizzare al meglio il servizio, portando alla luce anche eventuali criticità. Infatti a partire dallo scorso 22 gennaio sono state effettuate, con successo, prove che hanno simulato un’emergenza per rischio nucleare a Torino e per rischio industriale in aree ristrette di Toscana, Campania e Emilia-Romagna. Alcune criticità sono state, invece, riscontrate nella giornata di oggi durante i test relativi a un incidente industriale nelle regioni Calabria e Sardegna: i messaggi non hanno raggiunto i dispositivi presenti in due aree target. Ciò è dovuto all’assenza di antenne telefoniche nelle aree individuate. Il Dipartimento della Protezione Civile sta lavorando già da tempo con gli operatori di telefonia per adottare una soluzione operativa che attivi, in casi come questi, antenne esterne all’area target, soluzione complessa che richiederà mesi di lavoro. Questo è un classico esempio di quanto siano importanti i momenti di esercitazione in protezione civile: solo simulando un evento reale, infatti, è possibile mettere in luce le criticità su cui lavorare per avere la migliore e più efficace risposta. Le simulazioni proseguiranno nei prossimi giorni di gennaio e ad inizio febbraio in aree ristrette di Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Campania, Provincia Autonoma di Bolzano, Abruzzo, Sicilia, Valle D’Aosta, Liguria, Marche e Lazio”.

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