Le concessioni demaniali non devono andare a gara. Lo dice a gran voce Franco Paonessa, titolare del Lido Ulisse di Squillace e responsabile regionale del comitato “Popolo produttivo”, in merito alla vertenza in atto sulle concessioni balneari. La direttiva Bolkestein, infatti, prevede che le concessioni debbano andare all’asta in caso di scarsità di risorse naturali. E sta proprio qui il punto. Paonessa puntualizza che «meno del 10 per cento delle aree demaniali, considerando laghi e fiumi, è in concessione, per cui non siamo in scarsità di risorse tanto che altre aziende possono nascere senza intaccare le concessioni esistenti. Non possiamo permettere che i grandi gruppi di potere si approprino delle nostre coste, dei nostri confini nazionali. L’Italia, per la sua condizione morfologica, presta il fianco a tutti gli altri Stati che invece ben si guardano dal far partecipare gli italiani nei loro Paesi: non vi è diritto di reciprocità». Per sostenere queste idee, difendere il proprio lavoro e dire basta alla svendita degli stabilimenti balneari, gli imprenditori si ritroveranno a Roma il 16 gennaio, a mezzogiorno, per un presidio spontaneo davanti al Parlamento. Per Paonessa le decisioni che si stanno per adottare in Italia devono tenere presente questo. «Mancano i decreti attuativi – rimarca – per cui se si fanno le gare, i concessionari esistenti, nel momento in cui viene vinta una gara da un’altra persona, dovremmo smontare lo stabilimento balneare e non è previsto se ci devono pagare o rimborsare». È necessario, dunque, uscire presto da questo stato di incertezza.
Carmela Commodaro