A distanza di una settimana dalla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, i Carabinieri riepilogano tutte le iniziative condotte in provincia di Catanzaro sul delicato tema, che si sono inserite nella campagna di sensibilizzazione promossa dal Comando Generale dell’Arma su tutto il territorio Nazionale. Nel capoluogo e in molti comuni della provincia si sono già svolte numerose iniziative e tante altre sono in programma, affinché l’attività di sensibilizzazione finalizzata al cambiamento di coscienza necessario nell’approccio della società al fenomeno non sia limitato ad un unico giorno commemorativo, ma sia una costante nell’attività istituzionale quotidiana. Tra le iniziative dell’Arma di Catanzaro, realizzate anche nell’ambito della campagna internazionale “orange the world in 16 days 2023” lanciata ogni anno da Soroptimist, lo scorso 25 novembre le caserme di Catanzaro Principale, Soverato e Lamezia Terme sono state illuminate di arancione, colore scelto a simbolo di un futuro senza violenza di genere, per ricordare a tutte le vittime che c’è un luogo sicuro a cui rivolgersi. Inoltre, nella giornata di sabato, 25 novembre, a Catanzaro, all’esterno della Coop di Via Gioacchino da Fiore, a Maida e a Montepaone, presso i centri commerciali “I due Mari” e “Le Vele”, una rappresentanza di personale femminile dell’Arma, insieme alle socie di Soroptimist, hanno allestito degli stands, aprendo un dialogo con i tanti interessati che si avvicinavano per ricevere notizie e materiale informativo sul delicato tema.

Ancora, il 24 novembre presso l’Istituto Tecnico “Ercolino Scalfaro” di Catanzaro, l’Istituto Comprensivo “Corrado Alvaro” di Chiaravalle Centrale, si sono svolti incontri con gli studenti dove i Carabinieri hanno parlato del grave fenomeno sociale. Il 30 novembre, a Catanzaro, presso il Complesso Monumentale del San Giovanni, i Carabinieri e le volontarie dell’associazione soroptimist hanno distribuito volantini di sensibilizzazione e informativi sul tema, soffermandosi a parlare con le tante donne e uomini di passaggio che si avvicinavano, illustrando loro anche le forme di violenza psicologica ed economica ed esortando tutti a segnalare anche casi di donne maltrattate di cui potrebbero venire a conoscenza nell’ambito delle loro relazioni sociali. A Lamezia Terme, per sensibilizzare ancora di più la cittadinanza su tale fenomeno, si è svolto un consiglio Comunale straordinario avente come tema la violenza di genere, che ha visto anche la partecipazione di personale dell’Arma dei Carabinieri. Anche i prossimi mesi, saranno caratterizzati da molteplici azioni di sensibilizzazione, con particolare riferimento agli incontri all’interno degli istituti scolastici e alle visite degli alunni nelle caserme dei Carabinieri per parlare di legalità. In tutti questi incontri, un focus sarà dedicato agli effetti devastanti della violenza di genere e dei comportamenti ossessivi nei confronti delle donne, utilizzando come comune denominatore il motto: “NON RIMANERE IN SILENZIO” che si aggiunge al consiglio dato dall’Arma lo scorso anno “METTIAMO UN PUNTO INSIEME”, tutti messaggi per ricordare ogni giorno che è possibile uscire dalla violenza lasciandosi aiutare e che le frasi: “scusa”, “sei solo mia”, “togliti quel rossetto”, “copriti”, “non ero in me”, “è colpa tua”… contenute anche nel video realizzato quest’anno dall’Arma, se pronunciate da un partner possessivo e se inserite in una relazione violenta sono il segno che è necessario prestare la massima attenzione alla propria incolumità, parlare con amici o parenti e, soprattutto, che bisogna chiedere aiuto e non restare sole e in silenzio. Le tante iniziative – che hanno coinvolto i media tradizionali, il web e i social – hanno anche un altro obiettivo fondamentale: quello di convincere tutte le donne che subiscono maltrattamenti o vessazioni di qualsiasi tipo a denunciare con fiducia ai Carabinieri. Non è giusto subire violenze o privazioni della propria dignità neanche all’interno delle mura domestiche, quando l’autore è una persona cara. È per questo che l’Arma punta a far diminuire il numero dei cosiddetti “reati sommersi”, spronando le vittime a muovere il primo passo verso la libertà: sporgere denuncia.

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