Le Rems, Residenza per l’Esecuzione delle misure di Sicurezza, sono Strutture Sanitarie Riabilitative che ospitano pazienti psichiatrici autori di reato affetti da Disturbi Mentali e ritenuti socialmente pericolosi. Il doppio aspetto di cura e di custodia che caratterizza le Rems pone gli operatori sanitari di fronte a varie e notevoli difficoltà di gestione del paziente tra cui il fatto che la cura in psichiatria non può certamente essere imposta dalle Autorità Giudiziarie, ma basata sulla volontarietà del paziente che deve essere motivato e consapevole. Quindi compito degli operatori sanitari è quello di allargare sempre di più lo “spazio terapeutico” e ridurre quello detentivo, spogliare il paziente della doppia veste, di detenuto e di paziente, sostenendolo e guidandolo in un percorso riabilitativo verso il suo inserimento sociale e lavorativo. Quello della REMS di Girifalco come sottolinea il Direttore del Dipartimento Salute Mentale, Dr Michele, Gabriele Rossi, “è un modello di Residenza psichiatrica intesa come struttura aperta, non chiusa e coercitiva, in grado di interagire con la comunità della quale fa parte integrante e dove il confine è permeabile, non identificabile in quello fisico ma in quello del progetto terapeutico, cui la persona ha diritto. Si tratta di una modulazione della libertà, e non una mera limitazione o privazione, altrimenti si rischia di riproporre un modello meramente custodiale.” Dopo un anno dall’apertura, gli operatori della Struttura si ritengono soddisfatti dei risultati positivi raggiunti. Per ogni paziente l’equipe multidisciplinare ha redatto un progetto terapeutico individuale riabilitativo (PTRI), condiviso con il paziente e la famiglia. In particolare un paziente ha ottenuto di recente la revoca della misura detentiva alla luce del buon percorso terapeutico – riabilitativo effettuato, con dimissione dalla Struttura, un altro paziente, grazie alla attenuazione della pericolosità sociale, ha ottenuto una modifica della misura di sicurezza con un cambio setting verso una struttura riabilitativa psichiatrica e a breve anche un altro paziente verrà dimesso. Gli operatori della Rems ribadiscono che “continueremo a lavorare con spirito di squadra e “buone prassi”. Accompagnare i nostri pazienti in un lavoro su se stessi, sulle proprie emozioni dolorose, sulla scarsa consapevolezza di malattia che spesso presentano, sulle circostanze e responsabilità che li hanno resi autori di reato non è sempre un compito facile. E’ stato un anno ricco di “alti e bassi” piccoli traguardi alternati a momenti di sconforto per gli stessi pazienti con i quali oggi gioiamo di un graduale ritorno alla libertà e alla propria vita. E’ così che guidandoli quotidianamente in questo difficile momento della loro vita, in questa struttura che diventa per loro “casa” ogni loro udienza diventa un po’ quella di tutti noi e vederli finalmente uscire, più stabili e consapevoli ci dà quell’energia per continuare a dare il meglio, per migliorare e migliorarci sempre di più in questo particolare percorso di cura, per potere arrivare a fare il “salto di qualità “ come struttura di eccellenza della nostra Azienda.”