«Cosa deve succedere ancora prima che la comunità sia chiamata a raccolta?». Se lo chiede Arturo Bova, già sindaco di Amaroni nonché consigliere regionale della Calabria, in seguito alla vicenda relativa ad una tentata rapina ai danni di una famiglia verificatasi l’altro ieri pomeriggio e di cui lo stesso Bova dà notizia. «Marito e moglie – è il racconto – erano andati a fare una visita nella vicina Girifalco. Il tempo di uscire e i rapinatori sono entrati in azione. Sapevano che in casa non c’era nessuno. Il solito basista locale avrà saputo dare le giuste indicazioni ai suoi complici e compari malfattori. Solo la fortuna ha voluto che passasse a piedi un concittadino che, sorpreso nel vedere alcune persone travisate intente a forzare la porta di ingresso dell’abitazione, è riuscito a dare l’allarme e a metterle in fuga. I Carabinieri avranno già svolto i primi accertamenti del caso e sicuramente saranno sulle tracce dei rapinatori». Ma, secondo Bova, non si può delegare tutto alle forze dell’ordine. «Ad Amaroni – afferma – come in tutti gli altri, vivono tante persone anziane sole, sprovviste di costante assistenza e bisognose di essere tutelate. Non basta mettere qualche telecamera in più nelle pubbliche vie: basta un passamontagna, una targa finta o rubata, per far perdere le tracce dei malviventi all’opera. E facciamo bene attenzione perché questa forma di criminalità non ha niente a che vedere con la criminalità organizzata di stampo ‘ndranghetistico.
Queste sono persone in cerca solo di denaro e di tutto ciò che possa essere permutato. Si tratta per lo più di persone tossicodipendenti, di drogati che agiscono sotto l’irrefrenabile impulso di realizzare tutto ciò che possa consentire loro il quotidiano acquisto di sostanza stupefacente. E sono persone, spesso, prive di scrupoli, pronte a tutto. Spesso entrano in collaborazione con criminali provenienti dall’estero (soprattutto dai paesi dell’Est) che non auguro a nessuno di incontrare sulla propria strada. Faccio l’avvocato e spesso leggo le carte processuali: i film a volte sembrano delle commedie in confronto alla realtà. Sono sinceramente preoccupato, nonostante la mia abitazione e quella di mia madre siano videosorvegliate con collegamento diretto con la Centrale operativa dei Carabinieri di Girifalco. Ma in quanti hanno la video sorveglianza? In quanti hanno persone che restano 24 ore su 24 in casa? In che condizione di paura vivono ormai le nostre famiglie?
Possibile che non si senta il bisogno di chiamare i cittadini a raccolta secondo una sana e buona abitudine propria di Amaroni e di chiunque l’abbia guidata?». Bova, dunque, prende l’iniziativa. «Ho deciso – dice – di chiedere l’autorizzazione a poter organizzare per venerdì prossimo, ore 17, una assemblea pubblica nella sala consiliare del Comune di Amaroni. Inviterò le Istituzioni civili, religiose e militari, ma soprattutto vorrei che partecipassero gli amaronesi, così come si faceva in passato».
Carmela Commodaro

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