Forte della sua lunga esperienza nella politica e nel giornalismo, l’attuale capogruppo consiliare di Tuttinsieme per Squillace Oldani Mesoraca sente nuovamente il desiderio, quasi il dovere, di soffermarsi sulla situazione politico-amministrativa del Comune di Squillace. Mesoraca svolge il ruolo di consigliere comunale di opposizione assieme ad Enzo Zofrea nella sua stessa lista, e ad Anna Maria Mungo, rimasta unica rappresentante dell’altra lista “Squillace in Movimento”, poiché, – afferma – “dopo essersi dimesso il secondo consigliere della stessa lista, il subentrante è passato a sostenere la maggioranza”. “Qualche mese fa, nello stupore generale e facendo una cosa mai fatta prima – sottolinea Mesoraca – ho rinunciato, pubblicamente, alla ricandidatura a sindaco per i motivi che ho ampiamente spiegato in quel momento. Nei giorni seguenti ho lavorato perché si giungesse alla composizione di una lista unitaria per poter sconfiggere l’attuale sciagurata amministrazione. Purtroppo, in questa prima fase, non si è giunti a tale conclusione. Allora, e qui ritorno alla politica vera, io mi chiedo e chiedo ai due prossimi probabili candidati, Zofrea e Mungo: è possibile che in questi anni di opposizione, non abbiate capito che solo uniti si vince? Possibile che due validi esponenti di partito, quali voi siete, uno del Pd e l’altra di Fdi, non riusciate a convincervi che solo facendo un accordo, fondato sulla lealtà e sulla condivisione degli obiettivi, potrete vincere? Possibile che non vi rendiate conto che non potete consentire che Squillace cada ancora più in basso?
Possibile che non v’importi nulla del futuro di questa città?
Possibile che non guardiate cosa ne sarà, dopo le elezioni del prossimo giugno, del vostro, del nostro lavoro, dei desideri e dei sogni dei giovani squillacesi?
Possibile che ancora non vi è chiara la grave responsabilità che avete e porterete sulle spalle, anche dopo il voto, nel bene e nel male, qualunque sarà il risultato elettorale?
Possibile che non vogliate capire che nei momenti di difficoltà, le “bandiere” dei propri partiti non si devono ammainare e chiudere nel proprio seminato, ma devono trovare maggiore impulso per unirsi e lottare assieme?”. Mesoraca si augura che Zofrea e Mungo trovino il tempo di darsi una risposta, “se lo riterrete opportuno, a queste domande che, credo, siano quelle che la maggioranza dei cittadini vi vorrebbe porre, se ne avesse la possibilità”.
“Questo vuol dire – conclude – fare politica seriamente e lavorare per quello che il sempre attuale filosofo cattolico Jacques Maritaine, già alla fine dell’Ottocento, definiva il bene comune”.
Carmela Commodaro

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