Dalla poesia alla prosa il passo è breve. Lo sta dimostrando lo scrittore catanzarese Vincenzo Ursini che dopo aver pubblicato “Eravamo comunisti” e “Mio Sud”, volumi di poesia con i quali ha vinto negli ultimi mesi alcuni dei più importanti concorsi letterari per opere edite, si sta affermando anche come scrittore con il romanzo inedito “La ritornanza”, con il quale ha vinto in questi giorni il Premio Letterario dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia, istituito dalla segreteria nazionale ANPCI, per dar voce a tutti quegli autori che nelle loro opere hanno raccontato la vita dei piccoli borghi.
Il paese di cui Ursini parla, senza tuttavia mai citarlo, è Petrizzi, sito a 356 metri sul livello del mare e distante una manciata di chilometri da Soverato, luogo nel quale lo scrittore ha ambientato la storia del protagonista, un noto professore universitario che alla fine della vita torna tra quelle colline.
La prestigiosa giuria, presieduta dal prof. Francesco Garofalo, giornalista e docente universitario di Storia delle Istituzioni Politiche e Sociologia, era composta da Antonio Argentino, Ida Paola Cerenzia, Antonio Filardi, Eugenio Maria Gallo, Valerio Grosso, Teresa Iona, Laura Marchetti, Gerardo Melchionda, Antonio Pettinato, Renato Pellegrino, Carmela Pistone, Giuseppe Rizzuti, Zaccaria Spina, Enrico Vignati: docenti, professori universitari, giornalisti, sindaci, tutti orientati a celebrare, con la straordinaria bellezza delle parole, i piccoli borghi di provincia.
Vincenzo Ursini sarà premiato il prossimo 23 settembre a Cardè, nel corso di una prestigiosa manifestazione che si terrà nella Confraternita di San Sebastiano, a partire dalle ore 10:00. L’evento è parte integrante del programma della XXIII Assemblea Nazionale e della XVIII Festa Nazionale dell’ANPCI, con una serie di iniziative che si terranno dal 22 al 24 settembre nei vari comuni dell’Associazione Octavia, in provincia di Cuneo.
Nelle altre sezioni del premio saranno altresì premiati Giovanni Casalegno (racconti lunghi), Romeo Siciliano (racconti brevi), Angela Segreto (poesie inedite) e la Scuola dell’Infanzia “Entracque” di Cuneo (fiabe e favole).
Questa nuova affermazione con “La ritornanza”, a distanza di poco tempo dal premio “Teseo” ricevuto a Milazzo lo scorso 26 agosto, proietta lo scrittore catanzarese, senza alcun dubbio, nel panorama variegato della nuova narrativa contemporanea, soprattutto se si considera il fatto che Ursini, già nel mese di marzo, aveva già vinto, con lo stesso romanzo, un altro prestigioso concorso letterario.
“La ritornanza” è la storia di un docente universitario che in età matura, torna dalle fredde lande del Nord ai luoghi della propria infanzia, attratto da una sorta di richiamo ancestrale e invincibile verso quel variegato universo fatto di colori, suoni, sapori e odori che non hanno eguali: la sua Calabria povera di beni materiali ma ricca di umanità, valori autentici, generosità vera. Lì, il protagonista è stato bambino, cresciuto in fretta per la povertà e per la precoce perdita del padre, uomo profondamente giusto, onesto e laborioso; lì ha visto la sua devota e dolce madre dedicarsi alla famiglia e impastare il pane, insegnandogli a vivere con uno sguardo pieno di premura e di rispetto verso il Cielo e verso la Terra, in particolare nei confronti dei più poveri; lì ha vissuto i primi fremiti amorosi e i primi slanci verso nobili ideali di riscatto e libertà. E, grazie a questa “ritornanza”, tornando in questo luogo, insieme metaforico – vera e propria dimora dell’anima – ed estremamente concreto, piano piano, insieme ai propri ricordi, ritrova se stesso, le proprie radici, il proprio autentico volto interiore che è dato dal senso di appartenenza a una storia famigliare, a un territorio che non è solo un fatto geografico, ma è soprattutto una cultura e uno sguardo, unico e palpitante, sul mondo e sull’umanità, che colma il cuore di commozione, di bellezza e di speranza. «Un ritorno alle radici – scrive Biancamaria Folino – e al primo amore, mai dimenticato. Si torna a sé stessi e ai luoghi che ci hanno permesso di essere chi siamo oggi».
Ursini, nel prendere atto della comunicazione, ha inteso ringraziare l’Ufficio di Presidenza e il Direttivo dell’ANPC “per aver promosso una simile iniziativa”, ma soprattutto l’intera giuria “per la grande onesta intellettuale manifestata durante tutta la fase di selezione”.
“Questo romanzo – ha sottolineato – vuole essere un doveroso omaggio al mio paese, alla sua gente, ai tanti amici che, nei momenti di difficoltà, mi hanno sostenuto con affetto, condividendo con me gli stessi ideali di giustizia e di lotta contro le miserie e le prevaricazioni politico-sociali della Calabria”.

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