ROMA (ITALPRESS) – “E’ un altro grande successo italiano. Avremo oltre 20 paesi mediterranei, arabi, europei, africani, 16 tra capi di stato e di governo, 10 organizzazioni internazionali. Tutti insieme ad affrontare il tema delle migrazioni, capire come aiutare i paesi dai quali i migranti partono, capire come fermare la tratta degli esseri umani e i trafficanti. Ed è un modello cooperativo quello che noi proponiamo con questi paesi che hanno in comunione il Mediterraneo, un interesse convergente”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una intervista questa sera al Tg1 in merito alla Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni di domani a Roma.
“Per governare il fenomeno degli sbarchi bisogna innanzitutto cambiare impostazione, rispetto a quelli che ci hanno detto che non bisognava difendere i confini e che la migrazione era un diritto che non poteva essere limitato. Noi abbiamo cambiato questa impostazione, perchè altrimenti con la situazione che affrontiamo a livello internazionale diventa impossibile la pressione sulle nostre coste”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Tg1 spiega come il suo governo intenda operare per fermare l’immigrazione clandestina. “Però bisogna trovare soluzioni strutturali perchè il fenomeno dell’immigrazione illegale io lo voglio fermare definitivamente e per fare questo c’è bisogno di una cooperazione internazionale.
L’accordo con la Tunisia è un primo passo, dimostra che si può intervenire sui confini esterni”.
Lunedì la premier sarà impegnata a Roma nel vertice Fao sulle crisi alimenntari; quindi l’incontro con il presidente americano Biden alla Casa Bianca. Tra questi eventi c’è un filo rosso ed è “il tema della centralità mediterranea, del rapporto con l’Africa. L’Europa e l’Occidente in questi ultimi anni hanno ritenuto di non doversi occupare sufficientemente dell’Africa” sottolinea Giorgia Meloni. “Ma è un errore. E lo è soprattutto per le nazioni che pagano di più le conseguenze come l’Italia. Oggi c’è un approccio diverso: ripeto la Tunisia, l’accordo, le risorse che l’Unione Europea decide di mobilitare in Tunisia e non solo lì, dimostrano che è cambiato l’approccio e questo è un merito che si deve soprattuto al governo italiano”.
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