“Ogni volta che un bene confiscato alla criminalità organizzata viene utilizzato per realizzare un presidio delle Forze dell’ordine è una vittoria per lo Stato. La consegna all’Arma dei Carabinieri di una nuova caserma in una villa confiscata ad una cosca di ‘ndrangheta è una vittoria che ha un grande valore simbolico soprattutto in una realtà delicata come quella di Africo, che oggi si è mostrata nel suo volto più bello con la presenza di tanti rappresentanti dello Stato ma soprattutto di tantissimi giovani studenti. E’ soprattutto a loro che abbiamo voluto mandare un messaggio di vicinanza delle istituzioni e di impegno per il riscatto di un territorio per troppo tempo soffocato dalla presenza mafiosa. La mafia vive di simboli, e noi vogliamo mostrare a tutti che siamo capaci di trasformare i simboli del loro potere e della loro ricchezza in presidi delle Forze dell’ordine o realtà al servizio dei più deboli, quindi in simboli di rinascita e di riscatto”. E’ quanto ha affermato il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, delegata all’Agenzia per i Beni confiscati, che ha partecipato insieme al ministro Matteo Piantedosi della consegna della nuova caserma sede del Comando stazione carabinieri di Africo Nuovo. “La realizzazione della nuova caserma – aggiunge – è il risultato di un importante gioco di squadra tra le diverse istituzioni coinvolte – dal Ministero dell’Interno a quello della Difesa, all’Arma dei Carabinieri, alla Regione Calabria, al Comune, alla Curia – che è fondamentale per il rafforzamento dell’azione volta al riutilizzo a fini sociali e istituzionali che rappresenta una priorità del governo guidato da Giorgia Meloni, nell’ambito di una più ampia strategia di prevenzione e di contrasto dell’azione della criminalità organizzata. Stiamo puntando molto sul rafforzamento dell’Agenzia per i beni confiscati, perché con la confisca dei patrimoni accumulati con le attività criminali le cosche mafiose vengono colpite al cuore e private di linfa economica vitale, ma è soprattutto restituendo quei beni ad una funzione sociale che riusciamo a risarcire la comunità e a sancire la sconfitta del mafioso sul suo territorio”.

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