Il Comune di Squillace ha vinto la causa innanzi al Consiglio di Stato relativa all’esproprio del terreno su cui attualmente sorge l’edificio della scuola materna e primaria e il parco giochi, a Squillace Lido. Lo rende noto il vicesindaco Stefano Carabetta, che ha anche la delega alla legalità e al contenzioso, con una lettera indirizzata al sindaco Pasquale Muccari e ai consiglieri comunali. «Il Supremo Collegio di giustizia amministrativa, con decisione pubblicata il 3 gennaio 2023 – scrive il vicesindaco – ha riformato la sentenza di primo grado del Tar Calabria, stabilendo che l’indennizzo per l’esproprio del terreno deve essere determinato nella misura di 51.400 euro, mentre in primo grado il Tar aveva stabilito un indennizzo di 248.000 euro (e addirittura in primo grado il Ctu nella prima bozza di relazione aveva stimato il terreno per un valore di 469.000 euro). Il Consiglio di Stato ha, peraltro, condannato le controparti alla refusione delle spese processuali del doppio grado di giudizio a favore del Comune di Squillace e ha posto a loro carico anche le spese della Ctu di primo grado e della verificazione di secondo grado. I Giudici di Palazzo Spada, facendo propria la posizione del nuovo verificatore, nominato nella persona del Direttore provinciale di Catanzaro dell’Agenzia delle entrate, hanno affermato che il terreno in questione non è edificabile e, pertanto, il relativo valore deve stimarsi avendo riguardo alla sua specifica destinazione urbanistica (F2, aree per attrezzature di interesse comune). Ha così trovato piena conferma la tesi che, senza falsa modestia, ho personalmente sostenuto sin dall’inizio nella controversia in parola, allorquando ho insistito, con apposito quesito scritto, sulla natura non edificabile del bene al fine di far rideterminare l’indennizzo al professionista incaricato dal nostro Ente per la quantificazione dell’offerta da formulare agli espropriati prima del giudizio di ottemperanza». Stefano Carabetta, che è anche avvocato e docente universitario, nella sua qualità di vicesindaco e assessore alla legalità e al contenzioso del Comune di Squillace, esprime soddisfazione per l’esito favorevole che ovviamente si traduce in un notevole risparmio per gli squillacesi (circa 200.000 euro). «E desidero per questo – prosegue – attestare la massima stima per gli avvocati Domenico Calderoni e Alessandro Consolo (nostri avvocati di fiducia), nonché per l’ingegnere Felice Marascio (nostro Ctp), i quali tutti hanno profuso il massimo impegno e hanno consentito di pervenire al lusinghiero risultato odierno. Allo stesso tempo, non posso fare a meno di osservare che analogo contributo costruttivo è mancato da parte di altri, semplici cittadini o consiglieri comunali attuali e passati, i quali probabilmente non hanno davvero a cuore l’interesse della nostra comunità, bensì perseguono l’obiettivo della polemica e dell’accusa a ogni costo con illazioni e congetture degne di giudizi sommari. Lo dico perché,proprio nella vicenda sopra descritta, mentre ho dedicato le mie energie e le mie competenze professionali per capire come cercare di risolvere al meglio la controversia di che trattasi, altri hanno unicamente dedicato tempo e forze, sin dai primi comizi dell’ultima campagna elettorale, alla strumentalizzazione politica se non alla calunnia vera e propria. Il mio impegno, al pari di quello del sindaco Muccari e dell’intera amministrazione in carica, per il bene di Squillace ovviamente continuerà a prescindere».
Carmela Commodaro