CATANZARO – “Circa 8 mila medici hanno lasciato il Paese nell’ultimo anno, il 3.8% dei sanitari calabresi. Possiamo dire senza ombra di smentita che sanità pubblica non è mai stata in condizioni disastrose simili”. E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato. “Parliamo prima di tutti di condizioni di lavoro sempre più insostenibili a causa dei tagli dei posti letto e delle politiche sanitarie che negli ultimi due anni sono state sbilanciate esclusivamente sul Covid – afferma ancora la senatrice Granato -. A questo, aggiungiamo l’introduzione di protocolli di cura ministeriali basati sulle indicazioni delle case produttrici dei farmaci che pervengono tramite enti di vigilanza come AIFA,  che impongono cure in serie spesso totalmente inefficaci e addirittura controproducenti. Dulcis in fundo, gli obblighi vaccinali su farmaci sperimentali, inutili al contenimento dei contagi che stanno provocando insostenibili tensioni tra gli ordini dei medici e i professionisti che vengono letteralmente perseguitati se danno differimenti o esenzioni o addirittura se prescrivono accertamenti pre-vaccinali (se fanno vale a dire scrupolosamente il loro lavoro), per non parlare dei medici che sono sospesi. Solo in Italia rimangono questi obblighi. La miope complicità degli ordini professionali purtroppo è stata un fattore determinante in questo processo, senza il quale il decisore politico non avrebbe mai potuto perfezionare questo disastro”. “È chiaro che le condizioni di lavoro oggi per i medici non sono più sostenibili: non possono operare secondo etica professionale, ma rispondono ovviamente degli esiti delle terapie fallimentari che somministrano, i cittadini iniziano a non fidarsi più e le tensioni ormai sono incontenibili. In tutto ciò si lavora per rimpiazzarli con personale straniero che nemmeno conosce la lingua, i cui titoli di studio sono stati riconosciuti in tutta fretta”. “La dismissione del nostro sistema sanitario è sotto gli occhi di tutti – spiega ancora Granato -, d’altronde anche il DeF 2022 porta un progressivo disinvestimento nella medicina di base (del 4,1 %) e ad un passaggio dal rapporto PIL/ investimento sanitario dal 7% al 6.2% nel 2025”. “Il cosiddetto governo dei migliori si conferma nella sua funzione di portare il Paese ad una fase di recessione senza precedenti accompagnata immancabilmente dallo smantellamento dei servizi pubblici – conclude Granato -. Questa volta più grave del previsto, perché distorta a beneficio delle grosse aziende farmaceutiche e quindi con gravi rischi per l’incolumità dei pazienti che perdono, anche numericamente, medici in grado di curarli. Basta vedere anche quello che succede sulle ambulanze del 118 che viaggiano senza medici a bordo. Altro che ermegenza-urgenza. Hanno fatto un deserto, e l’hanno chiamato sanità pubblica”.

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