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Il libro è stato presentato con notevole riscontro a Chiaravalle Centrale

Un romanzo, un giallo, un libro che “riscrive” la Storia. “Lettere di sangue” (Tabula Fati), la più recente fatica letteraria di Ulderico Nisticò, in questi mesi si sta affermando prepotentemente tra le più interessanti produzioni editoriali italiane del 2022. Ambientato sull’Appennino tosco-emiliano, il racconto intreccia diversi personaggi, soprattutto femminili, tanto da potersi definire anche un omaggio alle donne, alla loro forza, alla loro complessità. Con il suo stile proverbiale, impregnato di profonda cultura classica, tra disincanto e ironia, Nisticò coglie l’occasione per ripensare quasi un secolo di storia recente, dal Fascismo ai nostri giorni, attraversando la Seconda guerra mondiale e i capitoli della Repubblica Sociale, della Resistenza, del dopoguerra e ancora oltre. Una macrostoria vista con gli occhi della microstoria. Lo squarcio che apre Nisticò è sulla vita reale, sulla quotidianità e sul “caso”, l’alea che spesso ci porta a stare da una parte o dall’altra degli eventi, quasi come una forza estranea che opera su di noi. Sono, dunque, le vicende, le emozioni, i sentimenti dei protagonisti a proiettarci nella “Storia”. Decenni, quelli che vanno dal Ventennio in poi, da “riscrivere” nell’ottica di Nisticò, senza più filtri ideologici o di parte, senza più il peso della “damnatio memoriae” imposto dai vincitori sui vinti. Così, tra storie d’amore, indagini e inquietanti segreti da svelare, ecco comparire, ad esempio, il giallo delle misteriose lettere di Churchill a Mussolini: una delle principali chiavi storiche da decifrare nel libro. “Lettere di sangue” è stato presentato con notevole riscontro a Chiaravalle Centrale. Incontro promosso dalla Consulta comunale della Cultura, presieduta da Teresa Tino, e patrocinato dalla locale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico Donato, in collaborazione con l’IIs “Enzo Ferrari”, diretto dal dirigente scolastico Saverio Candelieri, e la libreria “Non ci resta che leggere” di Soverato. L’autore ha dialogato a lungo con il giornalista Francesco Pungitore e tutti i presenti (tra gli altri la vicepresidente della Consulta, Paola Sangiuliano, la docente dell’Iis “Ferrari” Rosa Candelieri, la consigliera delegata alla Cultura, Pina Rizzo), ribadendo, in conclusione, tra i tanti spunti di riflessione emersi nel corso del convegno, la precisa scelta di collocare la narrazione “altrove”, non in Calabria. Una terra – ha sottolineato, da calabrese, Nisticò – che non ha alcun bisogno dei “fiumi di piagnistei e lamenti” di cui è intrisa una certa letteratura.

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