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La Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda di Catanzaro, sta eseguendo un decreto di sequestro di beni per un valore di oltre 800 milioni a 3 fratelli, imprenditori di Lamezia Terme del settore della grande distribuzione e proprietari di uno dei più grandi centri commerciali della Calabria. Il sequestro riguarda oltre al centro commerciale, anche 19 ipermercati, concessionarie di auto e moto, le partecipazioni in 34 società comprese la squadra di calcio ‘Vigor Lamezia’ e quella di volley ‘Pallavolo Lamezia’, fabbricati e ville, una quarantina di veicoli tra i quali una Ferrari, rapporti bancari intestati ai tre e ai familiari.

22 complessi aziendali, comprendenti:
un centro commerciale tra i più grandi della Calabria;
19 ipermercati;
attività di commercio di autoveicoli e di rivendita di motocicli e ciclomotori;
attività operanti nei settori: costruzione di edifici residenziali e non residenziali; intermediazione finanziaria; recupero e riciclaggio di cascami e rottami metallici; produzione di gelati; gestione di impianti polivalenti; locazioni immobiliari;
partecipazioni, anche in forma totalitaria, in 34 società, attive nei settori della grande distribuzione alimentare, rivendita di autovetture, ottica, commercio al dettaglio di generi alimentari, ristorazione, immobiliare, ed anche le quote di partecipazione nella squadra di calcio “Vigor Lamezia” e nella squadra di volley “Pallavolo Lamezia”;
26 fabbricati e n. 2 ville di lusso;
42 terreni;
19 autoveicoli (tra i quali una Ferrari);
4 motoveicoli di lusso;
1 ditta individuale, operante nel settore della ristorazione;
tutti i rapporti bancari intestati e/o riconducibili ai proposti e ai loro familiari.


Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato ex art. 20 d.lgs. 159/2011, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale svolte, anche con l’ausilio di sofisticati software, ad opera degli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo calabrese, volte a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile ai destinatari del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa. Il procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale, è ancora in corso. Le investigazioni riguardano le vicende patrimoniali e imprenditoriali della famiglia di origine dei tre imprenditori, fin dagli anni ‘80, e si sono avvalse anche delle risultanze investigative del p.p. n. 1002/2014 RGNR (già N. 1110/2009 RGNR), convenzionalmente denominato “ANDROMEDA”, ancora pendente in fase di giudizio anche nei confronti di uno dei tre imprenditori interessati dal provvedimento di sequestro di prevenzione, al quale è contestato anche il delitto di cui all’art. 416bis c.p. Parte dei beni oggetto del sequestro di prevenzione era stata già interessata, nell’ambito del richiamato procedimento penale, dal sequestro preventivo, successivamente revocato.

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