“Siate misericordiosi come il Padre Vostro è misericordioso”: è il messaggio che percorre l’intero Vangelo di Luca. “A voi che ascoltate, io dico: “Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano”. Queste parole sono rivolte a chiunque raggiunge Gesù e lo ascolta: a tutti dice che l’amore dei nemici, paradossale e scandaloso per la mentalità violenta del mondo, è una estensione radicale del comandamento dell’amore del prossimo. La proposta radicale di un amore senza condizioni, di cui Gesù parla, manifesta una novità assoluta, al di sopra di ogni sapienza umana. Ma è davvero possibile amare chi ci odia, chi ci fa del male, il nemico? Più che rispondere emotivamente, dovremmo ammettere che soltanto la “grazia” del Signore Gesù Cristo ci rende capaci di amare tutti allo stesso modo, anche il “nemico”. Penso che ciascuno di noi faccia continuamente l’esperienza della lotta interiore che si scatena per non ricambiare “con la stessa moneta” il male ricevuto. E invece, il Vangelo ci dice che amare “il nemico” significa andare verso l’altro con gratuità anche se ci osteggia, significa volere il bene dell’altro anche se ci fa del male, significa avere cura dell’altro come di se stessi. Gesù fornisce degli esempi concreti: non fare resistenza a chi ti colpisce e neppure a chi ti ruba il mantello; dona a chi tende la mano, chiunque sia, conosciuto o sconosciuto, buono o cattivo, e non sentirti mai creditore di ciò che ti è stato sottratto. Infine, quasi a suggello e come “succo” del suo insegnamento, Egli dice: “E come volete che gli uomini facciamo a voi, così anche voi fate a loro”. In questa “regola d’oro” consiste la “differenza cristiana”: amare gli altri senza reciprocità, senza calcolare un vantaggio o un interesse, senza aspettare la restituzione. L’amore che è la Buona Notizia è l’amore del Padre che si prende cura dei giusti e dei peccatori, dei credenti e degli ingrati. La conclusione delle parole di Gesù: “La vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché Egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi”. Se nella Torah il Signore chiedeva ai figli di Israele di essere santi perché Lui è Santo (cfr. Lv 19, 2) e ciò comportava la consapevolezza della differenza di Israele rispetto alla mondanità, ora l’indicazione chiara è: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”. L’amore incondizionato, viscerale e gratuito di Dio è il paradigma dell’amore concreto e quotidiano del cristiano che ascolta e vive secondo quanto ha visto in Gesù. Egli dice ancora: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati”. “Il cristiano esamina e giudica tutto con le sue facoltà umane illuminate dalla luce dello Spirito Santo, ma si arresta di fronte al mistero dell’altro e non pretende di poterlo giudicare: a Dio solo spetta il giudizio”(E. Bianchi). Gesù aggiunge ancora: “Perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato”. Nel giorno del giudizio chi ha donato con abbondanza riceverà dal Signore un dono abbondante, “una misura buona, pigiata, colma e traboccante”: ne siamo certi.
Buona Domenica.
✠ Francesco Savino
Vescovo di Cassano