«Sono salite a quattro le salme che attendono di essere cristianamente sepolte nel cimitero di Squillace». Lo scrivono in una nota i consiglieri di opposizione di “Tuttinsieme per Squillace”, Oldani Mesoraca ed Enzo Zofrea. Come rendono noto i due consiglieri, «la prima giace, assieme alle altre tre, addirittura da un mese, nella cappella cimiteriale. La motivazione, dicono dal Comune, è davvero assurda. Non ci sono posti e si attende la esumazione di qualche salma, secondo la scadenza del tempo previsto dalla legge, per poter provvedere. Malumore, sdegno, rabbia sono i sentimenti che gli squillacesi, non solo i parenti dei defunti, esternano ad alta voce. Molte anche le proteste di famigliari che, recandosi a portare un fiore al proprio caro, scoprono le numerose e dannose infiltrazioni d’acqua nelle tombe. Una situazione di cui il sindaco dovrebbe vergognarsi». Dal canto suo il sindaco Pasquale Muccari fa sapere che «l’amministrazione non ha alcun problema ad attivare i servizi cimiteriali. Soprattutto le procedure di tumulazione, estumulazione e inumazione». Per il sindaco, il ritardo che si è verificato negli ultimi mesi nella sepoltura delle salme è dovuto esclusivamente alla carenza di personale sanitario dell’Asp che molte volte non può garantire la pronta disponibilità del medico che per legge deve presiedere e certificare tutte le operazioni (ci sono solo tre unità per tutta la provincia). Ma sappiamo che anche il Comune non è messo bene in fatto di personale, essendo solo due le unità di polizia locale su cui conta. Intantio, lo stesso Muccari comunica che «l’amministrazione ha già recuperato i fondi per l’ampliamento del cimitero, grazie da un progetto di oltre 600 mila che sarà presto approvato e di cui sarà bandita la gara». Il sindaco poi aggiunge: «Vergognosa è la posizione dei consiglieri di “Tuttinsieme per Squillace” che su una problematica verso la quale nessuna responsabilità è da addebitare al sindaco colgono l’occasione per fare populismo, un attacco, questo sì vergognoso, che comunque non mi tange. Sono a palazzo Pepe per risolvere problemi mai affrontati. Colgo l’occasione per ricordare loro che gli ultimi interventi di esproprio e di delimitazione attraverso opere murarie sono stati eseguiti nel 1999 con fondi da me recuperati».
Carmela Commodaro

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