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Dalle 21.00 alle 21.30 fiaccole e candele per accendere l’attenzione della politica nazionale sul grave momento di difficoltà lamentato da famiglie, imprese ed enti locali

“Chiaravalle spegne le luci contro il caro bollette”. Non solo la pubblica illuminazione lungo le strade della città, ma anche tante case private resteranno al buio, oggi 13 febbraio dalle 21.00 alle 21.30, per protestare contro l’aumento nazionale dei costi energetici per famiglie, imprese ed enti locali. Un black-out “voluto” e proposto dall’amministrazione comunale “per dare un segnale forte ai parlamentari e al Governo”. “Servono misure urgenti per evitare una crisi economica drammatica che sta colpendo tutti i cittadini a tutti i livelli, soprattutto nei territori più deboli” l’allarme lanciato dal sindaco, Domenico Donato, che in questi giorni ha raccolto l’adesione di numerose associazioni del comprensorio delle Preserre. Tra queste, “Progetto Naturium” e “Calabria Jonio-Tirreno” che, in una nota congiunta, hanno espresso “preoccupazione per le pesanti ricadute del caro bollette su quelle fasce sociali e quelle categorie produttive già colpite duramente dalle restrizioni della pandemia”. “Per questo motivo – sottolineano nel documento – parteciperemo alla manifestazione giustamente promossa dall’amministrazione comunale di Chiaravalle, con la presenza di una nostra rappresentanza sul posto. Non luci elettriche, ma fiaccole e candele per accendere l’attenzione della politica nazionale sul gravissimo attacco all’economia del Paese che stiamo subendo da mesi, con costi di luce e gas improvvisamente schizzati alle stelle senza nessun preavviso”. “Agli aumenti dell’energia – l’amara constatazione – purtroppo si sommano le conseguenze su tutta la filiera produttiva, i trasporti, il carrello della spesa, i servizi. Un salasso per le tasche dei contribuenti, costretti a mettere mano agli ultimi risparmi rimasti per tirare avanti, taluni ormai rinunciando totalmente al riscaldamento domestico elettrico o a metano”. Ricadute anche sugli enti locali che potrebbero essere costretti a ridurre attività socialmente utili di fondamentale importanza a causa dei costi eccessivi. “Ci sono comuni che già sanno di non essere più in grado di chiudere il bilancio di previsione a causa di questa voce incomprimibile – la denuncia del sindaco di Chiaravalle. – Probabilmente diverse amministrazioni saranno costrette ad aumentare la pressione fiscale. Ma non è giusto che, alla fine, debbano essere sempre i cittadini a dover pagare per costi imprevisti e imprevedibili. Chiediamo subito un fondo destinato ai comuni per sostenere questa transizione paradossale, proprio mentre si attendevano con fiducia e speranza i fondi per la ripartenza del Pnrr”.

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