Nella scorsa settimana si è tenuto un incontro tra il Consiglio di Amministrazione di Inps Servizi Spa (società che fa capo all’Istituto previdenziale) e le Organizzazioni Sindacali del settore telecomunicazioni. Oggetto dell’incontro, il processo di internalizzazione dei servizi di Contact Center dell’ente previdenziale. La società ha confermato che il processo di internalizzazione si concluderà entro il 30 novembre senza ricorrere quindi ad ulteriori deroghe. Purtroppo i vertici di Inps Servizi hanno anche ritenuto confermare l’interpretazione del Presidente dell’ente, Pasquale Tridico, rispetto alla impossibilità di applicare la normativa vigente sulla Clausola Sociale. Questo tipo di interpretazione lascia poco spazio alla possibilità di fornire garanzie rispetto alla tutela dell’intero perimetro occupazionale impegnato ormai da anni in varie aziende a gestire questo importante servizio per i cittadini. Tale volontà di procedere porta in dote pericolose lacune dal punto di vista normativo, ma il dato ancor più paradossale è quello relativo al fatto che, Inps servizi vorrebbe procedere alle selezioni, quindi alle assunzioni, attraverso la indizione di un Bando Pubblico. La UGL Telecomunicazioni attraverso la sua struttura nazionale ha ribadito più volte la sua contrarietà rispetto a tale tipo di interpretazione ponendo l’accento sul rischio in termini di ricadute occupazionali di tante lavoratrici e lavoratori. La domanda nasce spontanea: Perché indire un bando di selezione pubblica anziché dare continuità al servizio attraverso la continuità occupazionale di tanti lavoratori ad oggi impiegati nelle aziende a cui Inps ha affidato il servizio? Lavoratori già formati che hanno garantito un servizio essenziale nei tempi più bui della pandemia esposti al rischio di perdere il lavoro. Rischio evitabile solo attraverso l’applicazione della Clausola Sociale. La UGL Telecomunicazioni ha inoltre ribadito la proposta di inserire nel Contact Center i servizi aggiuntivi relativi ai servizi per l’impiego ed alle politiche del lavoro per migliorare e semplificare la qualità del servizio ai cittadini. Anche su questa proposta il silenzio. Come spesso accade, quando si parla di crisi o problemi nei Contact Center, esiste quello che potremmo definire lo “spaccato” calabrese. Sono infatti 230 i lavoratori calabresi impegnati in diverse aziende che oggi gestiscono il servizio Inps a Rende ed a Crotone. Lavoratrici e lavoratori con un importante know-how messo in pericolo da una scelta che potrebbe portare in dote solo costi sociali altissimi. La Clausola Sociale è una legge dello stato, ma Inps, attraverso la società Inps servizi, si comporta come se questa non esistesse. Un atteggiamento anomico e poco rispettoso della storia professionale di tanti colleghi. La nostra organizzazione ha già inoltrato una richiesta di incontro a tal proposito alla Commissione Bicamerale di Vigilanza sugli enti previdenziali e continuerà a sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica. Intanto, cosi come sugli altri territori interessati, anche con i lavoratori e le lavoratrici di Rende e Crotone, già dalla prossima settimana si terranno percorsi assembleari per determinare una mobilitazione nazionale.

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