Per il giorno dello sciopero dei servizi igienico-ambientali che è stato indetto dalle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, incontriamo un operatore del settore, Vincenzo Vaccaro, iscritto alla Cgil, che ha aderito allo sciopero insieme ad un altro operatore. «Sono passati oltre due anni –ci spiega Vaccaro – da quando il nostro contratto di lavoro è scaduto; eppure noi operatori del settore dell’igiene ambientale insieme ad altri settori strategici e fondamentali per la salute e la sicurezza dei cittadini, durante tutta la fase pandemica, abbiamo assicurato il nostro operato raccogliendo materiale infetto di varie tipologie, mettendo a rischio la nostra incolumità, ma questo servizio di collaborazione non è stato tenuto in considerazione da parte del settore datoriale che ha avanzato proposte insostenibili e inaccettabili, sicché i sindacati sono stati costretti all’interruzione delle trattative con le parti datoriali». Secondo quanto reso da Vaccaro, ìa Squillace la forza lavoro dei servizi igienici ambientali è composta da 5 operatori part-time e 3 operatori full-time. «Inaccettabili – aggiunge – le proposte di flessibilità estrema sull’organizzazione del lavoro attraverso il sistema degli orari, la precarizzazione dei rapporti di lavoro soprattutto per gli operatori part-time, il mancato riconoscimento delle professionalità e l’eliminazione totale del limite massimo del part-time. La parte economica è legata agli indici inflattivi e alle dinamiche del corrispettivo economico del committente dell’azienda senza tenere conto del caro vita e dell’aumento dei costi della vita che ogni lavoratore deve affrontare». L’operatore squillacese fa sapere, inoltre, che è «inaccettabile il ridimensionamento del sistema delle relazioni con la parte datoriale privando i lavoratori della partecipazione all’interno dell’azienda. Un nuovo contratto di questo settore dovrà rispondere alle nuove esigenze del lavoro che è stato decisivo nelle fasi delicate della pandemia e che dovrà essere oggetto di investimenti del Pnrr, piano di ripresa e resilienza, un adeguato riconoscimento economico per la tutela della salute e della sicurezza per tutte le prestazioni, la formazione continua con attenzione alle classificazioni del personale, il rafforzamento delle relazioni industriali». Ma come mai allo sciopero molti altri lavoratori non hanno aderito? Vaccaro risponde: «L’ampliamento dell’asse sindacale area vasta non ha fatto altro che mettere maggiore distanza tra lavoratori e sindacato causando in effetti una comunicazione molte volte distaccata, una comunicazione che nel tempo ha creato una quasi incomunicabilità tra lavoratori e sindacato. Suggerirei a tutti i sindacati più vicinanza ai lavoratori, più presenza sui territori per rendersi conto di quella che è la realtà che ogni lavoratore vive quotidianamente».

Carmela Commodaro

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