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Allora è cosa risaputa da tutti che all’interno delle istituzioni si annidano i tentacoli del malaffare! In queste ore sta scoppiando una vera e propria bufera dopo le parole del presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra che ieri, al Polieco di Napoli sull’economia dei rifiuti, ha dichiarato: “Il caso Tunisia mostra come la criminalità organizzata non vada ricercata solo nelle periferie e nei posti degradati ma anche nelle Prefetture e al Ministero dell’Ambiente dove ci sono colletti bianchi che non fanno l’interesse delle comunità. Siamo abituati a pensare alle mafie come una parte avversa al sistema ed invece sono parte integrante perché consentono di nascondere la polvere sotto il tappeto e di far arricchire ancora di più quelli che accumulano profitti illeciti.” Dunque se la mafia non avesse alleanze con alcuni colletti bianchi nelle prefetture e nei ministeri sarebbe quello che è diventata oggi o saremmo già riusciti a sconfiggerla? Discariche abusive, illeciti ambientali, non nasce tutto grazie alla connivenza tra una parte delle istituzioni e la criminalità organizzata? Non dimentichiamoci la sentenza di qualche settimana fa sulla trattativa Stato-Mafia.  La trattativa non fu un reato, ma c’è stata. Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, diversi esponenti della Lega e Giorgia Meloni, chiedono al senatore Morra di dimostrare i fatti e fare i nomi o dimettersi. Io negli anni ’90 ho fatto nomi e cognomi. E perchè dopo tanti anni c’è una sentenza del 2009 che ancora oggi non mi viene applicata in tutte le sue statuizioni da parte del Ministero dell’Interno, così come le Prefetture non rispondono più alle notifiche inoltrate per esigenza di sicurezza?  Le sentenze non si devono interpretare, vanno applicate. Sopratutto dalle Istituzioni.

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