Mobilitazioni per il clima e per l’ambiente, ma anche attivismo e azioni di cittadinanza attiva nel segno della concretezza, del buon esempio e dell’inclusione sociale. Con questo spirito ha preso il via, il 24 settembre, nel giorno del Global Climate Strike, il weekend di Puliamo il mondo, la campagna di volontariato ambientale organizzata in Italia da 29 anni da Legambiente, con l’obiettivo di ripulire strade, piazze, parchi, ma anche spiagge e sponde dei fiumi dai rifiuti abbandonati e dire no a ogni forma di pregiudizio, barriera e violenza. Una tre giorni che ha mobilitato migliaia di volontari, giovani e studenti in tutta Italia, ma anche amministrazioni comunali, realtà aziendali e ben 39 associazioni che si occupano di ambiente, salute, migranti, comunità straniere, richiedenti asilo politico, detenuti, disabilità, salute mentale, discriminazione basata sull’orientamento sessuale e in prima linea su integrazione e giustizia sociale.
Iniziative in Calabria
“Oltre trenta sono stati gli appuntamenti in Calabria – rileva Anna Parretta, presidente regionale di Legambiente -. Dopo la raccolta di oltre 200 pneumatici fuori uso nell’area portuale di Gioia Tauro, nei soli giorni di sabato e domenica, sono state effettuate iniziative di pulizia dal circolo di Scala Coeli, Girifalco, San Giovanni in Fiore, Valle Tacina, Corigliano-Rossano, Riviera dei Cedri, Lamezia Terme. A Siderno, il circolo di Cittanova, ha lanciato un messaggio di “pulizia dai pregiudizi”ricordando la connessione tra giustizia climatica ed ambientale e la vergogna del campo di San Ferdinando”. “La campagna Puliamo il mondo – continua Anna Parretta – tende sia a sensibilizzare ed informare i cittadini sul problema dei rifiuti, particolarmente grave nella nostra Regione, sia a spingere le amministrazioni competenti ad assumere impegni seri e concreti per la risoluzione di una questione tanto importante per l’ambiente, per la salute ed anche per l’economia”.
A Paola una targa per il compianto maresciallo Antonio Carbone
“Particolarmente toccante e simbolica – evidenzia la Parretta – è stata l’iniziativa organizzata a Paola dove il circolo Serre cosentine ha ricordato il compianto Maresciallo Antonio Carbone, che lo scorso 16 agosto ha perso la vita per un malore dopo una discussione avuta con alcuni bagnanti nel tentativo di difendere il proprio mare dall’inciviltà. Alla famiglia è stata consegnata una targa commemorativa ed è stata lanciata l’iniziativa di istituire una giornata ecologica nell’anniversario della sua tragica scomparsa”.
Nei laghi di Sibari migliaia di reti di plastica abbandonate
Su segnalazione dei comitati locali, i sub del circolo Legambiente di Corigliano Rossano hanno effettuato dei sopralluoghi nei fondali dei laghi di Sibari con la collaborazione della Lega Navale Italiana, delegazione di Mirto. In prossimità degli allevamenti di mitilli, sono stati trovati migliaia di reti di plastica abbandonate, utilizzate per gli allevamenti delle cozze. I dati pubblicati da Legambiente stimano che solo il 25% della plastica usata per la mitilicoltura italiana viene raccolto, mentre il rimanente 75% viene disperso in mare alimentando l’invasione delle micro plastiche. Sarebbero oltre 10mila le retine per la coltivazione di mitili rinvenute sugli arenili italiani, per una media di 31 pezzi ogni 100 metri di litorale (in alcune spiagge punte di oltre il 70% rispetto ai rifiuti complessivi).
Dati Park litter
Preoccupano i dati della nuova indagine park litter di Legambiente: parliamo di 32.937 rifiuti raccolti e catalogati nei 53 transetti eseguiti in 48 parchi urbani di 27 città (Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Chieti, Cinisello Balsamo, Genova, Gorizia, Latisana, Milano, Napoli, Perugia, Pescara, Piazza Armerina, Pineto, Pisa, Pordenone, Roma, Roseto degli Abruzzi, Rovigo, Ruoti, San Colombano al Lambro, Terralba, Torino, Trieste, Udine), circa 6 rifiuti ogni metro quadrato monitorato. A farla da padrone i mozziconi di sigarette che rappresentano il 27% dei rifiuti raccolti, seguiti da frammenti di carta pari al 23% del totale, pezzi non identificabili di plastica (6,6%), materiale da costruzione (tegole, mattoni…) 6%, bottiglie di vetro e pezzi di bottiglie (4%), tappi di bottiglia o di barattoli/linguette di lattine (4%). La maggior parte dei rifiuti rinvenuti possa essere riconducibile a due categorie specifiche che sono quella dei prodotti “usa e getta” (piatti, posate e bicchieri di plastica ma anche cannucce, contenitori per cibo e fazzoletti) e quelle degli “imballaggi. C’è poi la questione dei cestini per la raccolta dei rifiuti presenti in 46 dei 53 transetti monitorati. Solo nel 30% dei casi sono predisposti per la differenziazione dei rifiuti secondo materiali. Poiché una delle maggiori cause della dispersione dei rifiuti nell’ambiente è il vento, nel monitoraggio viene specificato che solo in 18 transetti su 53 (39%) è presente il coperchio utile a prevenire la dispersione di materiale. Nel questionario Park Litter la presenza di tombini e canali di scolo è stata rilevata in 37 dei 53 transetti monitorati (70%). Questo parametro è stato rilevato in quanto studi a livello mondiale hanno stabilito che uno dei principali vettori di rifiuti in ambiente marino sono proprio i canali e i corsi d’acqua spesso collegati con la rete fognaria urbana e la principale fonte dei rifiuti è la cattiva gestione di quelli di origine urbana. Nel 47% dei transetti (25 su 53) sono state notate zone di accumulo, per lo più sotto o nelle vicinanze di panchine. Fontanelle o distributori di acqua potabile sono presenti nel 58,5% dei transetti monitorati (31 su 53).