CATANZARO –  “Da cittadini che credono nello Stato, nel rispetto dei supremi principi costituzionali, ci sentiamo raggirati da un Governo che non lavora per tenere fede al cosiddetto Patto Sociale ma solo per supportare una casta che ha i mezzi economici per comprarsi l’impunità. Non abbiamo intenzione di rinunciare a vivere in uno Stato di diritto, a cominciare dalla passiva accettazione di questa vergognosa riforma del processo penale”. E’ quanto ha affermato la senatrice Bianca Laura Granato che questa mattina – dalle 9 alle 11- è stata in piazza Prefettura a Catanzaro per raccogliere firme contro la riforma della Giustizia. Al termine dell’iniziativa pubblica, ha incontrato il prefetto Maria Teresa Cucinotta alla quale ha consegnato il documento che riporta le ragioni della contestazione alla riforma di cui si chiede la modifica. “Con la firma di questo documento vogliamo chiedere il ritiro della riforma della giustizia ‘Cartabia’, un provvedimento che per come si presenta va in direzione decisamente opposta, quella della certezza della pena, per veramente velocizzare i processi, ridurre i carichi dei tribunali e ridare giustizia ai cittadini. Con questa riforma – afferma ancora la senatrice Granato – siamo di fronte a una giustizia negata. La riforma cancella gli esiti di almeno il 50 per cento dei processi penali che, secondo gli addetti ai lavori, finiranno nell’improcedibilità. Se non ci ribelliamo noi cittadini, cittadini onesti che rispettiamo le leggi e non abbiamo nulla da temere, che abbiamo titolo a pretendere di vivere in uno stato di diritto, allora non so dove porterà quest’azione di governo, un governo che non fa gli interessi dei cittadini ma della casta, di un’oligarchia che si sente al di sopra di tutto, tanto è vero che legifera per ottenere l’impunità qualsiasi cosa faccia”. “Gli imputati eccellenti avranno l’impunità garantita – ha detto ancora la senatrice Granato – una tutela e uno scudo penale certo. Se vogliamo ribaltare la situazione, evitando di pagare a vuoto da contribuenti la procura, i tribunali e tutta la macchina della giustizia, mobilitiamoci dal basso. Oggi iniziamo con questa petizione su Catanzaro ma è un documento per tutti, che metto a disposizione di tutti e può essere presentato in qualsiasi prefettura. Sono disponibile a presenziare a qualsiasi evento che possa riprodurre questa traccia, quindi consegnare un analogo documento per fare sentire la nostra voce al governo”. “Non possiamo definire “giustizia” quella che si limita a porre una data di scadenza formale ai processi – ha concluso Granato – senza rispetto al merito del giudicato e ai diritti delle vittime ma, semplicemente, “burocrazia processuale”. Nelle prossime settimane si terranno nuove iniziative pubbliche a sostegno dell’iniziativa.

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