Una mozione che impegna il presidente Spirlì e la giunta regionale ad intervenire nei confronti del commissario alla Sanità per l’immediata riapertura a pieno regime del reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, e per la adeguata strutturazione in termini di personale sanitario e parasanitario. A depositare l’atto di indirizzo politico è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale Filippo Pietropaolo che, in attesa che venga discusso nel corso del primo Consiglio regionale utile, l’ha portato all’attenzione del presidente Spirlì. Nel testo della mozione Pietropaolo ricorda che “il reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, l’unica struttura esistente nella fascia jonica da Trebisacce a Crotone, svolge un ruolo fondamentale per la salvaguardia della vita di tutti i neonati. Al suo interno è anche attivo un servizio di cardiologia neonatale per bambini cardiopatici o che hanno subito un intervento al cuore, che vengono seguiti anche in collegamento col Policlinico di San Donato Milanese ed il Bambino Gesù di Roma. Il presidio di Crotone, in considerazione delle caratteristiche e del numero delle nascite annuali, non può fare a meno di un reparto di terapia intensiva neonatale. Il San Giovanni di Dio arriva a toccare 1500 nascite all’anno, ed il reparto TIN è l’unica possibilità di sopravvivenza per i piccoli che nascono con difficoltà gestibili solo nei primi secondi di vita. La generale politica di ridimensionamento perpetrata dai commissari ad acta, che sta interessando l’ASP di Crotone, ed in particolare l’ospedale San Giovanni di Dio, nonché la grave carenza di personale medico e paramedico, hanno portato alla chiusura del reparto Tin, costringendo le numerose famiglie di neonati, affetti da patologie anche gravi, a doversi recare presso altri hub sanitari della regione distanti centinaia di chilometri. Una situazione aggravata dalle condizioni di assoluta arretratezza delle reti stradali e ferroviarie del Crotonese”. Secondo Pietropaolo “le scelte di contenimento dei costi operati dal piano di rientro non possono spingersi fino a negare anche ai neonati il diritto alle cure e alla salute, garantiti dall’articolo 32 della Costituzione”.