«Con la sua arte, Gagini è riuscito a recuperare la devozione attraverso il bello. Credo sia il passo più importante anche in un tempo come il nostro, in cui si pensa che tutto finisca lì, in quel preciso istante, con una rapidità di consumo che involgarisce lo spirito e l’animo umano».È quanto ha dichiarato oggi, nella chiesa matrice di Maria Santissima addolorata di Soverato, il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, in occasione delle celebrazioni per il quinto centenario (1521-2021) della Pietà di Antonello Gagini.Ad accompagnare il presidente, monsignor Giorgio Pascolo, il sindaco, il vicesindaco e il presidente del Consiglio comunale di Soverato, Ernesto Alecci, Daniele Vacca ed Emanuele Amoruso, il commissario della Camera di commercio di Catanzaro, Daniele Rossi, e il professore Ulderico NIsticò.«Il momento della riflessione e del silenzio – ha detto Spirlì – è molto importante. La prima cosa che bisogna fare in un luogo sacro è entrare con lo spirito del pellegrino, con l’umiltà e il rispetto necessari nei confronti di ciò che si visita. Mantenere questo contatto semplice e quotidiano con la fede è fondamentale, in un mondo in cui il relativismo sta allontanando le persone dalla fede e dalla nostra tradizione cattolico-cristiana».«Le opere di Gagini – ha concluso il presidente – sono presenti in tantissime parrocchie della nostra regione. La Pietà è un blocco marmoreo incredibile, lavorato dall’autore con un senso della morte e della passione, velato ma svelato allo stesso tempo, che esprime il dolore enorme provato dall’umanità quando si è resa conto di aver perso il proprio Dio. In questa Pietà c’è tanta tristezza, tanto sconforto ma, soprattutto, immensa bellezza».