Rendere operativo l’accordo tra Agci, Confooperative, Legacoop e Cgil, Cisl, Uil per la promozione e lo sviluppo dei Workers Buyout, vale a dire uno strumento che si propone di risolvere prevalentemente: crisi aziendali, favorire passaggi generazionali, garantire la conservazione del patrimonio aziendale;garantire la conservazione del know-how tecnico e produttivo; risolvere tensioni sociali. E’ stato questo il tema del partecipato webinar dal titolo “Le imprese rinascono con il grande cuore dei lavoratori”, svolto venerdì 7 maggio sulla piattaforma zoom, organizzato da Legacoop Calabria. L’evento ha registrato la partecipazione delle organizzazioni datoriali riunite nell’Alleanza delle Cooperative e le organizzazioni sindacali, dei segretari generali di Cgil e Uil e l’assessore regionale allo Sviluppo Economico e e Lavoro, Fausto Orsomarso. Il dibattito è stato introdotto e moderato da Maurizio De Luca, responsabile regionale di Legacoop Produzione e Servizi. “Legacoop è da anni attiva su questo fronte, promuovendo la nascita di diverse cooperative dalle ceneri di aziende che, per varie ragioni, avevano esaurito il loro ciclo di vita e questo accordo rappresenta un ulteriore passo in avanti, che consentirà alle organizzazioni sindacali e datoriali di agire in maniera sinergica e condivisa su un tema che ha come denominatore comune il lavoro – ha spiegato De Luca -. Il momento storico che stiamo vivendo ancora di più condizionerà il mondo dell’imprenditoria e del lavoro nella nostra regione, saranno centinaia le aziende costrette a chiudere i battenti e di conseguenza migliaia le persone che perderanno il loro posto di lavoro”. Per questa ragione servono scelte rapide da parte della politica ed azioni efficaci da parte delle organizzazioni come le nostre che hanno come obiettivo la salvaguardia occupazionale e produttiva. “Come organizzazioni datoriali abbiamo il compito di mettere in campo il nostro bagaglio di esperienza mentre ai sindacati chiediamo una duplice collaborazione – ha detto ancora De Luca -. Serve un’azione «sentinella» che ci consenta di intercettare le crisi aziendali sul nascere e quindi rendere più semplice ed efficace il percorso e una particolare attenzione nel ridurre al minimo quelle tensioni sociali che spesso si generano tra i lavoratori preoccupati ed a volte segnati dalla crisi della loro azienda. Alla politica – conclude il responsabile regionale di Produzione e Servizi di Legacoop Calabria – chiediamo l’immediata istituzione di un tavolo per il monitoraggio e la gestione delle situazioni aziendali che potrebbero essere inserite in un percorso di workers buyout per promuovere la formula dell’impresa rigenerata dai lavoratori organizzati in cooperativa come possibile soluzione delle crisi”. Ai lavori ha partecipato anche Maurizio De Santis, Esperto di WBO di Legacoop Nazionale passando in rassegna la normativa e le iniziative di WBO portate avanti da Legacoop e sostenute da CFI (Cooperazione finanza impresa), la partecipata dal MiSE. “Dal 1986 al 2018 sono state 226 le operazioni di WBO finanziate da CFI che complessivamente hanno coinvolto 7.500 lavoratori e di queste iniziative si registra un basso tasso di fallimento delle operazioni – ha spiegato De Santis -. Sicuramente la legge 49/1985, c.d Legge Marcora, ha rappresentato il caposaldo normativo in termini di WBO ma l’evoluzione normativa è stata caratterizzata anche dai decreti legislativi che hanno consentito l’anticipazione dell’indennità di mobilità in capo ai lavoratori e successivamente della Naspi. Più recentemente è stato previsto che nel caso di affitto o di vendita di aziende, di acquisizione di beni sottoposte a fallimento, il diritto di prelazione a favore delle cooperative costituite da lavoratori dipendenti delle imprese sottoposte a procedura fallimentari. E anche l’ipotesi di aziende i cui titolari intendano trasferirle ai lavoratori a prescindere dalla sussistenza di uno stato di crisi”. Una testimonianza diretta di come anche in Calabria lo strumento dei WBO può avere successo è arrivata da Pietro Aiuoladella Next, cooperativa nata sulle ceneri di una società fallita con sede a Piano Lago.Aiuola oltre a testimoniare la caparbietà dei suoi colleghi nel raggiungere il risultato ha elogiato la vicinanza e la professionalità offerta sia dai sindacati che da Legacoop, che hanno accompagnato la nuova cooperativa in un percorso tortuoso in cui l’eccessiva burocrazia rappresenta uno degli ostacoli principali. L’assessore regionale Fausto Orsomarsoha ribadito la sua disponibilità a confrontarsi su un tavolo istituzionale per il monitoraggio dello stato di crisi ed a promuovere la nascita di nuove cooperativa con strumenti efficaci che consentano di rafforzare un modello di impresa, quello cooperativo, che è depositario di valori importanti. Il segretario generale della Cgil, Angelo Sposato, ha condiviso la necessità di istituire il tavolo di monitoraggio “anche alla luce delle ripercussioni che si registreranno in termini occupazionali nel momento in cui terminerà il blocco dei licenziamenti”, mentre Santo Biondo, segretario generale Uilha ribadito che: “Parallelamente al tavolo di monitoraggio dei fenomeni di crisi aziendale, la politica deve istituire un tavolo per discutere della politica industriale della nostra regione, perché solo così sarà possibile programmare uno sviluppo”. I presidenti di Legacoop Calabria Lorenzo Sibio,di AGCI Gennaro Rasoed il vicepresidente di ConfcooperativeRocco Sicoli hanno confermato la necessità di “rendere operativo l’accordo sullo strumento WBO” ma soprattutto di “avviare una campagna di sensibilizzazione degli strumenti operativi legati al mondo della cooperazione che possono rappresentare un valido riferimento per la pressante richiesta di lavoro che esprime la nostra regione”.