Continuano le file interminabili e gli assembramenti “illegali” nei pressi dei luoghi simbolo della sanità e della salute dei cittadini: stiamo parlando di ospedali e centri vaccinazioni. In queste ultime settimane, infatti, dopo altre notizie simili che hanno fatto scalpore sul web e sui giornali, riguardo agli assembramenti e al caos nei pressi dei centri vaccinali diramati in differenti luoghi della regione, come Vibo Valentia, Siderno, Soverato e Catanzaro, non è stato tuttavia posto alcun rimedio al grande rischio di contagio che di conseguenza persiste in questi luoghi, nonostante le varie denunce. La somministrazione dei vaccini, come se non bastasse, non è più un diritto di tutti, o meglio non lo è per tutti coloro che hanno eseguito per tempo e correttamente l’intera procedura sulle varie piattaforme, ricevendo persino il codice corretto di prenotazione, valido per la somministrazione del vaccino. Aggiungasi a ciò la completa disorganizzazione dei turni, molti dei quali sono saltati e sono stati troppo a lungo procrastinati lo scorso pomeriggio presso l’Ospedale Pugliese di Catanzaro. Cosa che ha conseguentemente causato i numerosi assembramenti di cui sopra. Molte persone, tra l’altro, dopo ore e ore di attesa, sono state inconcepibilmente rimandate a casa, pur avendo codici di prenotazione validi e approvati dalla piattaforma, soltanto per il semplice motivo che “non rientrassero tra le categorie destinate alla somministrazione dei vaccini in questo periodo”. La contraddizione in termini resta alta dal momento che, dato il blocco di somministrazioni vaccinali per alcune categorie, tra cui giovani e docenti, la piattaforma rimane comunque attiva e genera codici validi, portando decine e decine di persone a fare file interminabili, sacrificando gran parte del proprio tempo e prendendo anche permessi dal lavoro, per esser poi rifiutate all’accettazione del triage. Nessun preavviso, nessun avvertimento, ma soltanto un interminabile e contraddittorio caos che sta creando ulteriori malcontenti, rischiando addirittura di negare un diritto, quello alla salute e alla vita, a tante persone che, volontariamente, stanno decidendo di sottoporsi a vaccinazione, soprattutto perché condizionate dai rischi del proprio mestiere – vedansi gli insegnanti di scuola, clamorosamente bloccati di recente – e da una gestione pandemica cittadina e regionale non ancora completamente all’altezza della situazione.