Santa messa all’aperto, domani, al Santuario della Madonna del Ponte nel primo giorno del mese mariano, in cui si celebra la tradizionale festa in onore della Madonna del Ponte. Quest’anno non ci sarà il caro rettore mons. Pietro Emidio Commodaro tornato alla casa del Padre pochi giorni fa, il 12 aprile, dopo una malattia. Alle ore 9.30 è previsto l’arrivo pellegrini e, quindi, ci saranno le confessioni. Alle ore 10.30, recita del santo Rosario; alle ore 11, santa messa all’esterno. Nel pomeriggio, alle ore 17.30, recita del Rosario e alle 18 santa messa per gli ammalati. Il santuario della Madonna del Ponte sorse intorno all’anno 1000 come eremo bizantino e il titolo è dovuto alla sua vicinanza al ponte sul fiume Alessi. L’origine è da collegarsi alla presenza dei monaci basiliani, fuggiti dall’Oriente per scampare alla furia iconoclasta. La chiesa fu costruita nel 1754 intorno alla facciata di un vecchio muro su cui un ignoto pittore aveva dipinto l’immagine della Vergine. Il dipinto rappresenta la Madonna che allatta il Bambino, un’immagine tipica dell’iconografia bizantina; in basso sono dipinte anime in pena tra le fiamme, su cui sembra scendere un rivolo di latte dal seno della Vergine, che la manina di Gesù addita dolcemente come refrigerio alle anime purganti: da qui il titolo di Madonna del Rinfresco. A tale immagine è legato anche uno straordinario racconto. Come narra padre Giovanni Fiore da Cropani, una donna di Cardinale, invasa dagli spiriti maligni che non volevano abbandonarla nonostante i vari esorcismi, passando vicino al santuario, il 5 maggio 1723, cadde a terra tramortita, contorcendosi terribilmente. Dopo un po’ si dichiarò guarita per grazia ricevuta dalla Madonna dipinta sul muro e indicò tra i rovi la bella immagine della Vergine col Bambino. Secondo la tradizione popolare, il titolo “del Rinfresco” deriverebbe dal fatto che l’eremita del santuario offriva l’acqua ai passanti. La chiesa è stata elevata a santuario dall’arcivescovo Armando Fares, con decreto del 1° aprile 1978. Il fabbricato è stato restaurato e ristrutturato grazie all’iniziativa del defunto rettore del santuario, don Domenico Cirillo.
Carmela Commodaro