Smalti all’acqua che diventano opera d’arte. In uno scenario storico e suggestivo della città di Squillace. Il vecchio muro di una casa situata in piazza Castello diventa così la tela per uno straordinario murales, realizzato dall’artista squillacese Roberto Caristo. Egli ha compiuto la sua formazione artistica a Deruta, cittadina della ceramica per eccellenza; qui ha frequentato le botteghe di maestri decoratori di caratura internazionale, dai quali ha attinto sia l’amore verso quest’arte, sia i segreti della pittura. La sua produzione si snoda attraverso stili e forme eterogenei: dai manufatti in ceramica alla pittura, con una larga committenza sia locale sia nazionale. A dare l’input del murales il proprietario dell’abitazione e dell’attiguo negozio di alimentari, Giuseppe Abbruzzo, che ha deciso di dare ancor di più decoro e bellezza a uno scorcio di Squillace, già di per sé affascinante: piazza Castello, dominata proprio dall’antico maniero che fu residenza dei Normanni, degli Svevi, degli Angioini e dei Borgia. Un’idea straordinaria che si è concretizzata con la progettazione di un imponente murales di 6 metri per 4, che coprisse il fatiscente muro e nello stesso tempo diventasse un’opera artistica, inserita in un contesto topografico denso di storia, esposta a cielo aperto alla curiosità e all’attenzione dei tanti turisti che visitano questo angolo di Squillace. L’artista Roberto Caristo ha saputo tradurre artisticamente l’idea e ne è venuta fuori una singolare opera che intende testimoniare sia la storia sia l’antica bellezza della città di Cassiodoro. Il murales, in una mescolanza di elementi e stili architettonici, antico e moderno, è strutturato in modo tale da creare effetti ottici di incredibile realismo, attraverso la dimensione prospettica che rende bidimensionale ciò che in effetti è sullo stesso piano. In una parete, in pietra a vista, lo spazio è scavato da due archi tardo-gotici che sembrano sporgere; mentre in prospettiva, nella parte destra), si intravvede un largo spiazzo a mo’ di affaccio sul mare, e nella parte sinistra ciò che resta di un antico edificio. Lo stile degli archi emula le particolarità architettoniche della cosiddetta chiesetta gotica di Santa Maria della Pietà, che si trova in prossimità del castello, mentre la pietra a vista richiama l’acciottolato della piazza. La tecnica con cui Roberto Caristo ha realizzato il lavoro è molto vicina a quella del “trompe l’oeil”, utilizzando smalti all’acqua su parete in precedente rasata. Nel murales abbondano i toni grigi (arcate e pietra) e il rossastro per lo spiazzo, sincronizzati realisticamente con tutto il contesto architettonico circostante. In alto un’iscrizione, in caratteri gotici, ricorda la secolare storia di Squillace, “città della ceramica e della cultura”.
Carmela Commodaro