“Se l’inefficienza fosse un numero, di questi tempi, sarebbe il 53. A tanto ammontano gli studenti risultati positivi, su 860 tamponi effettuati ,nelle scuole della città di Catanzaro che hanno spinto l’Asp a suggerire al sindaco Sergio Abramo di richiudere tutto, nonostante il pronunciamento del Tar. Quello che inquieta, e che certifica ancora una volta il fallimento del sistema sanitario calabrese sulla pelle dei più giovani, in questo caso – mentre nel caso dei ritardi nella somministrazione dei vaccini, ricade sui più anziani – sono le motivazioni che stanno alla base delle indicazioni del direttore facente funzioni dell’U.O di Igiene e Sanità pubblica dell’Asp”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd, Libero Notarangelo. “Nella lettera in questione si parla delle enormi difficoltà di avviare continue e tempestive attività di tracciamento del positivo e di tutti i suoi contatti stretti, adozione e prescrizione delle relative proposte di quarantena, programmazione dei successivi tamponi di controllo, comunicazioni con i medici di famiglia per la giustifica del lavoro – scrive ancora Notarangelo -. Si parla ancora dell’esiguo numero di personale di cui dispone l’ufficio e addirittura della ‘situazione notevolmente stressante che intere famiglie affrontano quotidianamente nell’accompagnare i propri figli ad effettuare i tamponi nelle strutture preposte’. Per non parlare del fatto che il laboratorio di microbiologia dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio non ce la fa, soprattutto ad individuare le nuove forme del virus, che colpiscono i più giovani, e nelle more ha instaurato rapporti di collaborazione con il laboratorio zoo profilattico di Napoli-Portici. Insomma, un anno di pandemia, e centomila morti, non ci hanno insegnato nemmeno il minimo sindacale: monitorare, tamponare e intervenire, celermente invece di giocare a tennis con le responsabilità. Gli interrogativi non mancano: manca personale, e le risorse nazionale stanziate per assumerne proprio per fare fronte all’emergenza? Non era il caso di accelerare la vaccinazione del personale docente e non docente, proprio per tutelare studenti e studentesse che continuano ad essere trattati come palline da ping pong, palleggiati tra un provvedimento e un altro, mentre i genitori sono costretti a trattarli come un pacco postale? La chiusura delle scuole – conclude Notarangelo – non fa che posticipare il problema a dopo Pasqua, quando si spera – oltre ad aver avviato le vaccinazioni per il personale – l’Asp vorrà attivarsi per monitorare la popolazione scolastica, obbligando tutti a fare il tampone per poi procedere ad uno screening settimanale. Va da sé, che è imprescindibile, fondamentale, prioritario superare le criticità e le disfunzioni sulla piattaforma di prenotazione, per tutelare prima di tutto gli ultra 80enni e i soggetti ‘fragili’ che devono vaccinarsi in centri loro dedicati, e vicino casa. Ma in questa regione il buon senso resta un optional”.