Si è conclusa ieri a Petrizzi la mostra esperienziale “Corajisima e le 7 piume” a cura dell’associazione culturale contaminata “Makrós”. Tensione emotiva, sensazioni oniriche che evocano ricordi ancestrali persi e ritrovati nella memoria, suoni che rimandano a un passato vissuto che spinge per essere ricordato, parole che invitano a non dimenticare ciò che siamo e da dove veniamo, gesti che disegnano percezioni, emozioni, esperienze. La mostra “Corajisima le 7 piume” racchiude al suo interno tutto ciò e invita il viaggiatore-visitatore a compiere, col cuore aperto, un percorso intimo con gli occhi del bambino interiore che ognuno di noi ha dentro di sé. Il percorso comincia all’esterno, in un piccolo largo allestito con le Corajisime, bamboline segnatempo provenienti da tutta la Calabria, dove il cantastorie Andrea Bressi esibisce i suoi strumenti antichi e racconta di tempi passati, genuini e autentici, fatti di canzoni dialettali e di serenate. I viaggiatori-visitatori vengono poi accompagnati verso l’entrata dove, prima di iniziare il loro personale percorso, con ingressi contingentati, consultano il Minibook “Corajisima, io dentro il mio io”, un piccolo libro da fogliare in modo tradizionale e con cui, allo stesso tempo, interagire anche attraverso lo smartphone per visualizzare il progetto visivo e sonoro realizzato ad hoc per il progetto. All’interno dello spazio espositivo troveranno ad aspettarli una sacerdotessa, Emi Bianchi (di “Confine Incerto”), che li guiderà lungo la strada che percorreranno. Un enorme telo a specchio lascia intravedere le Moire, interpretate da Anna Macrì (di “Confine Incerto”), antiche dee greche del destino degli uomini, che filano, intrecciano e tagliano lo stame della vita. Le Moire vengono collegate idealmente alla Corajisima in un interessante parallelismo: entrambe hanno, quale segno caratteristico, il fuso e la conocchia; entrambe sono legate a un rito di morte e di rinascita. Atropo recide lo stame della vita affinché ci sia una rinascita, la Corajisima a fine quaresima viene bruciata come rito propiziatorio di buon augurio e, appunto, di rinascita. Il viaggiatore-visitatore affronterà anche un percorso visivo e sonoro, interattivo, perfettamente integrato alla performance dal vivo, realizzato da Antonio Pasquale (di “Novelty srls”), direttore tecnico della mostra, con il contributo sonoro anche dei bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie di Petrizzi e degli attori Makrós. È presente all’interno dello spazio, anche una particolare installazione interattiva, denominata “Maschere urlanti”, che rappresenta, come un coro greco, il sentire comune del popolo. Le maschere sono 7 e raffigurano le 7 emozioni universali (tristezza, gioia, disprezzo, disgusto, sorpresa, rabbia) comuni a tutto il mondo e a tutte le culture. Dalle bocche delle maschere si diffondono suoni ibridi fatti da antichi rumori del territorio, parole, suoni, canzoni d’epoca e ricordi. All’uscita, il viaggiatore-visitatore, porterà con sé il filo colorato del suo destino che la sacerdotessa gli avrà fatto scegliere, un cestino contente leccornie legate ai tempi passati e una parola dialettale petrizzese, antica e scomparsa, che dovrà custodire e diffondere affinché rimanga viva nella memoria. Makrós riscopre così le tradizioni più antiche del proprio territorio sempre con lo sguardo volto al futuro e aperto sull’innovazione, sull’arte e sulle nuove tecnologie. La mostra esperienziale “Corajisima le 7 piume” fa parte del progetto più ampio “Corajisime-mormorii remoti in suoni contemporanei” finanziato dalla Regione Calabria, col fondo unico per la cultura 2020, dipartimento Istruzione e Cultura, settore 4. Hanno fatto parte integrante del progetto anche i laboratori tenuti da Andrea Bressi e Maria Grazia Tolotta (lab. artistico) Miriam Santopolo e Rosanna Pasquale (lab. dialettale) alla scuola elementare e media di Petrizzi, Istituto comprensivo Corrado Alvaro, partner del progetto.
Carmela Commodaro