La ricorrenza di San Valentino che celebra l’amore nelle sue varie declinazioni, in particolare l’amore di coppia, sollecita alcune riflessioni relative ai passi fatti sulla tematica in termini di civiltà culturale, anche nel nostro territorio. Il contributo Istat relativo al set di dati relativi al numero di pubblica utilità 1522 contro la violenza sulle donne e lo stalking , nel periodo marzo-ottobre 2020, evidenzia un quadro allarmante sulla violenza domestica, violenza fisica e psicologica di genere e sul dilagante fenomeno dello stalking. Le richieste d’aiuto sono raddoppiate soprattutto se messe a confronto con i dati relativi all’anno precedente, ed evidenziano un fenomeno già in crescita negli scorsi anni. Salta subito a gli occhi il fatto che le violenze di genere si sviluppano maggiormente in famiglia e spesso sfociano in atti di estrema ferocia nei casi in cui le donne decidono di separarsi. Fattori culturali atavici, che vogliono le donne relegate al ruolo esclusivo di madri e mogli pesa notevolmente nel percorso di emancipazione femminile e in contesti socioculturali maggiormente deprivati, sfociano in atti di palese brutalità. Ma non dobbiamo sottovalutare altri tipi di violenze, anche più insidiose, come quelle psicologiche o morali, che nei contesti ristretti hanno grade presa, che possono impedire naturali percorsi di emancipazione e di crescita sociale ,facendo leva sugli affetti e i legami familiari. L’amore spesso viene strumentalizzato al fine di diventare limite ed ostacolo di libertà, venendo meno, in modo paradossale, al valore intrinseco di questo sentimento che dovrebbe rappresentare il motore immobile della realizzazione altrui, in qualunque forma essa si ponga. Le cronache ogni giorno ci rappresentano tali lacerazioni che passano dalla violenza contro le donne e tutte le diversità sessuali, alle prese di posizioni politiche, soprattutto di una certa destra sovranista ed oscurantista, Non ultimo il caso del consiglio comunale di Crotone che vota a favore di una mozione, proposta dai rappresentanti della Lega  Cavallo e Cerrelli) contro la legge Zan , che penalizza gli atti e l’induzione a gli atti discriminatori di ogni genere, in cui la Cgil Area Vasta si pone in assoluta antitesi e ne chiede il ritiro. Paradossale è proprio che il concetto di amore che contiene in sé un principio originario ed inalienabile di libertà ,venga sottoposto oggi a restrizione e valutazione secondo la morale soggettiva e ristretta di minoranze politiche e culturali che vorrebbero determinare e limitare il naturale progresso sociale di un territorio. Un territorio che ha bisogno di ben altre spinte culturali per poter ripartire e pensare di rilanciare, anche su un piano economico, la propria identità che porta in sé una storica cultura che è stata faro di civiltà per il mondo intero.

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