REGGIO CALABRIA, – L’ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti e l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra – il primo indagato e l’altro imputato nell’inchiesta Gotha – avrebbero dato garanzie alla ‘ndrangheta. Lo ha detto il neo-pentito Seby Vecchio, l’ex assessore comunale e poliziotto che, dopo essere stato arrestato nell’inchiesta “Pedigree 2”, ha deciso di collaborare con la giustizia. Ai pm della Dda di Reggio Calabria Stefano Musolino e Walter Ignazitto, Vecchio ha raccontato i rapporti della politica reggina con esponenti di ‘ndrangheta come Leo Caridi, fratello del boss Nino Caridi, e Mimì Sconti da poco arrestato per mafia. Stando al racconto del pentito, Scopelliti “garantiva a Mimì Sconti, a Leo Caridi, di stare tranquillo che c’era Sarra che faceva da equilibrio, non si dimenticava di loro, insomma. Gli interessi, parliamo sempre dei dati economici, degli appalti, soldi, dove .. posti di lavoro, tutto quello che la politica può fornire”. Erano gli anni della prima consiliatura di Scopelliti a Palazzo San Giorgio. Tra il 2002 e il 2007, “Peppe Scopelliti fa un rodaggio al Comune di Reggio – dice il pentito – dove si, i De Stefano erano vicino a Peppe e lo si sa, lo sanno pure ormai i ragazzi dell’asilo. Ma c’è stato un momento che è stato fischiato in un pubblico comizio Peppe Scopelliti, .. forse gli hanno tirato un pochettino le orecchie anche l’altro schieramento, cioè i Condello”. A proposito di ‘ndrangheta, il collaboratore ha raccontato di quando, con Alberto Sarra, andò a Roma: “Al Caffè De Paris mi presentarono il gestore, il proprietario, adesso non ricordo che ruolo aveva, che mi sono messo a ridere perché mì ha detto che lui era prima barbiere a Sinopoli, e invece là è arrivato col Porsche Cayenne. Alberto si incontrava con questi degli Alvaro, poi alla fine me li hanno presentati come quelli degli Alvaro”. Sarra, inoltre, secondo il pentito, si sarebbe incontrato con il boss Paolo Martino a Roma per discutere su “come aggiustare le cose a Reggio” visto che Peppe Scopelliti “deve darsi una regolata” perché “dà troppo verso i De Stefano. Un giorno abbiamo preso un taxi e siamo andati su una collinetta. Alberto scese e io e Mimmo Morabito abbiamo aspettato fuori… è passato un signore e Mimmo mi ha detto: ‘Sai chi è quello?’. Io, sinceramente dissi: ‘No, non so chi è’, ed era Paolo Martino. Non lo conoscevo – prosegue Vecchio – lui mi spiegò la figura carismatica, ‘ndranghetistica di Paolo Martino”. Ai magistrati Vecchio parla anche degli attentati compiuti una decina d’anni fa alla Leonia, la società mista che gestiva per conto del Comune la raccolta dei rifiuti. “Gli hanno sparato il camion – dice il collaboratore – hanno fatto qualche piccolo danno, che per chi non sa non si riusciva a capire, però Mimmo mi confermava invece che era tutto in virtù di questa spartizione economica da parte di Scopelliti troppo verso i De Stefano e non a parificazione con le altre famiglie di un certo peso”. (ANSA