Durante l’audizione in commissione Affari sociali della Camera, Antonino Spirli’ continua: “La Regione Calabria a seguito delle elezioni del 26 gennaio 2020 e sotto la guida del compianto presidente Jole Santelli, prematuramente scomparsa lo scorso 15 ottobre, ha intrapreso un percorso virtuoso volto a ricondurre la gestione del servizio sanitario regionale a canoni di efficienza ed efficacia. Pertanto l’emanazione del decreto legge n.150 del 2020, le cui disposizioni presentano un contenuto ancora piu’ invasivo delle prerogative della Regione Calabria, finisce per ledere gravemente le competenze regionali in materia di tutela della salute, che verrebbero questa volta violate e non solo temporaneamente ed eccezionalmente contratte, in ragione della pregressa inerzia regionale o del non adeguato esercizio delle competenze stesse come affermato dalla Corte costituzionale nella sentenza n.233 del 2019”. Spirli’ elenca quindi le quattro richieste della Regione Calabria al Parlamento affinche’ si modifichi, nel corso della conversione in legge, il provvedimento varato dal Consiglio dei ministri: portare il periodo del commissariamento ad acta da 24 a 12 mesi; eliminare la possibilita’ che il commissario straordinario possa essere scelto anche al di fuori dell’elenco nazionale dei manager; riattribuire le competenze sugli acquisti di beni, servizi e lavori esclusivamente alla centrale di committenza della Regione Calabria e non alle Regioni limitrofe; stabilire che la spesa per il contingente minimo di 25 unita’ esterne che la Regione Calabria dovrebbe mettere a disposizione del commissario ad acta sia inserita nel bilancio dello Stato o in alternativa che la Regione possa fare fronte a questo esborso economico con le addizionali Irpef e Irap. (Mar/ Dire)