CATANZARO – “E’ da ieri che mi arrovello, senza riuscire a dare corpo verbale alla mia indignazione. Da brava presidente della Regione, mi ha aiutato Jole Santelli: mi hanno ispirato le sue illuminate considerazioni, stamattina, alla trasmissione “Un giorno da pecora” in onda su RaiRadio1”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd, Libero Notarangelo che interviene nel dibattito aperto dalle affermazioni del vice presidente della Giunta regionale, Spirlì nei giorni scorsi a Catania. “Il vicepresidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, da Catania dichiara: “Dirò negro e frocio fino alla fine dei miei giorni, la lobby frocia vuole toglierci le parole”. E la difesa d’ufficio della Santelli è la toppa peggio del buco: “Che volete che sia. Nino è un vecchio amico, è un artista. Le sue parole sono state estrapolate”. Certo, è sempre colpa dei giornalisti”, afferma Notarangelo. “E che volete, il colto intellettuale calabrese – che grazie alla Santelli ci ritroviamo vice presidente della Regione – a Catania si sarà lasciato condizionare dall’essere ad un evento della Lega in difesa di Matteo Salvini. Sarà stato un po’ ispirato, e un po’ artista, dalle lezioni di stile del suo dante causa, e con una buona dose di cattiveria e spavalderia è stato decisamente all’altezza del linguaggio d’odio in cui Salvini è maestro”, continua il consigliere regionale democrat. “Nanni Moretti – come in “Palombella rossa” – gli avrebbe gridato: “Ma come parli, le parole sono importanti”. Troppo a sinistra, sappiamo che non l’ha mai visto questo film. Ma, vista la sua incommensurabile cultura e preparazione, ci aspettavamo che almeno la lezione di Carlo Levi gli fosse da monito: “le parole sono pietre”. E invece no, se ne va in giro fuori dalla Calabria a rappresentare indegnamente i calabresi, popolo accogliente e generoso, offendendo la dignità delle persone e alimentando con il suo linguaggio violento e inopportuno l’odio in cui pericolosamente è sospeso il nostro tempo, dove valori come la tolleranza, il rispetto, l’altruismo, vengono tirati giù nel fondo della violenza proprio da quelle parole che pesano come macigni, e delle quali Spirlì fa uso improprio. E davanti a questo disastro sociale – conclude Notarangelo – la presidente Santelli, che fa? Nemmeno una tiratina d’orecchi, nemmeno una ciabatta tirata dietro in maniera rappresentativa. Fa spallucce e tira dritto, perché “è fatto così”. Sbaglia chi dice che Spirlì dovrebbe dimettersi. Sbaglia perché davanti a questo spettacolo indecoroso la prima ad imboccare l’uscita dalla Cittadella dovrebbe essere la presidenta/governatrice Santelli”.

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