SQUILLACE – «Le città sono un bene comune, un patrimonio che appartiene a tutti che va tutelato nella sua integrità cosi come lo vediamo e lo abbiamo conosciuto. La carta di Gubbio del 1960 cui Italia Nostra si attiene oggi con stringente attualità, non riguarda solo i centri storici comunemente intesi ma l’insieme del paesaggio urbano cosi come ci è stato consegnato ed affidato dalle generazioni precedenti. …”Il patrimonio edilizio pubblico e privato deve essere sottoposto ad una indiscussa disciplina conservativa con divieto di demolizione, ricostruzione e trasformazione dei caratteri tipologici e morfologici degli organismi edilizi e dei luoghi aperti, di modificazione della trama viaria storica e dei relativi elementi costitutivi, con divieto di nuova edificazione anche degli spazi rimasti liberi”». In un comunicato a firma di Elena Bova, presidente di Italia Nostra Catanzaro si legge che «Italia Nostra fonda la sua ragione d’essere su questi principi e per questo si oppone con forza e determinazione al progetto che prevede la demolizione e la ricostruzione della bella ed armonica, nel suo contesto, chiesa di Squillace marina. Cinquemila metri cubi di costruito stravolgerebbero il contesto di questi luoghi determinando un impatto ambientale devastante di un insediamento urbano che ci è stato consegnato con i suoi caratteri distintivi, una sua armonia, una bellezza da tutti riconosciuta. Pochi paesi sul mare della nostra Calabria sono stati difesi dalla devastazione dell’abuso edilizio, dei mostri, del cemento soffocante le bellezze naturali del mare, degli spazi aperti, delle piazze e del verde pubblico. Squillace è tra questi. Possiamo permettere che una realtà urbana ammirata per il suo sviluppo rispettoso dell’impatto ambientale, con costruzioni mai in dissonanza tra loro, che ha previsto l’armonia nel suo disegno, venga stravolta dalla demolizione della chiesa che nel contesto dei suoi luoghi permette alla vista di spaziare ed ai cittadini di fruire gli ampi spazi liberi che sono la sua bellezza? Un opera, quella che si vuole fare, che cancellerà le distanze dalla strada in un contesto che è stato cosi previsto con lungimiranza dagli amministratori precedenti? Anche per le opere pubbliche o di culto dove è prevista una deroga al consumo di suolo vale il principio della conservazione e tutela basta trovare le forme ed un progetto per venire incontro ai fedeli ma nel rispetto del territorio e dei beni comuni. Italia Nostra fa proprio il grido d’allarme del Sindaco Pasquale Muccari che difende per la sua città i valori della cultura urbanistica di Antonio Cederna promotore della Carta di Gubbio, di Vezio De Lucia, di Pier Luigi Cervellati per citare solo alcuni dei più autorevoli urbanisti italiani ed invita il consiglio comunale di Squillace, i cittadini le associazioni culturali ed ambientaliste a sostenere la difesa del territorio dal cemento, la sua bellezza ed i suoi tratti distintivi cosi come li abbiamo conosciuti e ci sono stati tramandati».

Carmela Commodaro

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