La pubblicazione del bando ‘Riapri Calabria’ e quindi l’erogazione di un contributo una tantum di duemila euro per le piccole imprese è un primo segnale di vicinanza alle imprese messe in ginocchio dall’emergenza economica successiva al lockdown per il contenimento della diffusione del coronavirus. Certamente non sufficiente a colmare le troppe deficienze finanziarie che rischiano di cancellare centinaia di piccole attività, soprattutto nella nostra regione, ma almeno possiamo dire ‘si intravede qualcosa all’orizzonte”. E’ quanto affermano Confartigianato, Cna e Casartigiani in merito alla pubblicazione del bando “Riapri Calabria” sottolineando anche apprezzamento per il rapporto positivo instaurato con il vice presidente della Regione Nino Spirlì, con l’assessore allo Sviluppo economico Fausto Orsomarso con cui ci si è confrontati anche in merito all’altro bando annunciato “Lavora Calabria”, recependo alcune delle osservazioni portate al tavolo dalle tre sigle nel corso degli incontri operativi che si sono susseguiti. “Nello stesso tempo – continua la nota di Confartigianato, Cna e Casartigiani – non possiamo non esprimere perplessità in merito all’esclusione dal bando di tante imprese che erano state autorizzate dai decreti del Governo nazionale a rimanere in attività nel corso del lockdown ma che in quella fase di isolamento e contenimento della mobilità e dei rapporti sociali di fatto non hanno né prodotto né lavorato. Settori come l’impiantistica, il comparto dell’autoriparazione, gli installatori di luminarie, le lavanderie, ma pensiamo anche ai fotografi che sono stati autorizzati ad aprire ma senza poter di fatto lavorare per via dell’immobilismo del settore degli eventi e dei matrimoni. Tutte categorie che in questi giorni continuano a contattarci per lamentarsi e chiedere sostegno. Quindi, questa esclusione dal bando non fa altro che rappresentare il danno oltre la beffa”. “Sulle scelte politiche fatte in merito ai codici Ateco ammessi – scrivono ancora Confartigianato, Cna e Casartigiani – auspichiamo che questa discriminazione possa essere superata da un intervento a supporto in vista anche dello sblocco delle ingenti risorse provenienti da fondi europei, parliamo di circa 500 milioni di euro. In tal senso, chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto con il vice presidente Spirlì e l’assessore Orsomarso per discutere proprio di questa tipologia d’imprese”. Altra questione che le tre Organizzazioni rilevano sono relative alla tempistica e alle formalità previste. “Come abbiamo già fatto presente al Dipartimento – scrivono ancora – l’intervallo di tempo previsto per la registrazione era assai risicato, contando che cade in un week end in prossimità della festività del 2 giugno. Abbiamo chiesto l’ampliamento dei termini della registrazione che sono stati estesi alle 18 di mercoledì 3 giugno, non molto, ma almeno si potrà godere di un giorno in più per questa fase. Non resta che sperare – conclude la nota – che i passaggi formali siano veloci e pratici di modo da consentire risposte immediate alle imprese e che il contributo atteso possa essere erogato in pochi giorni. Davvero non c’è più tempo per scongiurare il dramma chiusura di centinaia di piccole imprese, colonna portante dell’economia del nostro tessuto sociale già provato da decenni di crisi”.