Ancora una volta dobbiamo fare i conti con una realtà ben radicata nel nostro territorio. Nelle scorse ore è emersa infatti l’ennesima commistione tra politica corrotta, imprenditoria compiacente e cosche di ‘ndrangheta. Un mix micidiale che ha portato ad oggi a ben 19 indagati tra imprenditori, funzionari pubblici e prestanome tutti residenti nel reggino e tutti operanti nel popoloso quartiere Gallico alla periferia nord della Città metropolitana, a seguito della chiusura delle indagini preliminari dell’operazione ‘’Rupes’’ condotta dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto della Dda Sara Amerio. A tutti gli indagati sono contestati vari reati dalla corruzione alla turbativa d’asta, dall’associazione mafiosa all’abuso d’ufficio, dall’intestazione fittizia ai reati ambientali. Ciò che maggiormente colpisce è senza dubbio il meccanismo, talmente collaudato, da aver funzionato senza intoppi dal 2009 al 2013; una vera e propria catena di montaggio che avrebbe agito indisturbata avvalendosi del forte contributo di funzionari pubblici regionali (Giovanni Pontari, capostruttura dipartimento agricoltura foreste e forestazione della Regione Calabria) e comunali (Domenico Alessandro Macrì, funzionario dell’ufficio urbanistica del comune), i quali avrebbero elargito ‘’favori’’ all’imprenditore Vito Locicero (da sempre definitosi “vittima” di ‘ndrangheta) ritenuto dalla Dda di Reggio Calabria un imprenditore a disposizione delle “cosche” reggine, in cambio di soldi e di opere edili all’interno delle loro abitazioni private. Analizzando questo aspetto emerge ancora più chiaro lo squallore ed il degrado morale ed etico di tali funzionari che si sarebbero lasciati corrompere in cambio di infissi o di installazioni di cancelli elettrici nelle loro private dimore. Gli appalti pubblici sono dunque il giro d’affari che ha visto come protagonisti diverse ‘’famiglie’’ in questi anni: i Condello , i Libri, i Tegano del reggino ed anche i Paviglianiti di san Lorenzo e i Iamonte di Melito Porto Salvo. Sarebbero stati affidati i lavori all’imprenditore compiacente (Locicero) che si sarebbe assicurato l’aggiudicazione dalla gara d’appalto attraverso la corruzione dei funzionari comunali competenti e poi avrebbe sub appaltato i lavori alle società edili di proprietà delle cosche predette. Un giro d’affari enorme , dunque, una montagna di denaro pubblico veicolato nelle mani dei soliti “noti”; la punta di un iceberg che sembra non avere mai una fine, tale è la sua profondità. Tutto questo ci deve portare ancora una volta a riflettere sul panorama politico e sociale cui ci troviamo di fronte, sullo scenario in cui si muovono indisturbati da decenni soggetti appartenenti alla politica e cosche di ndrangheta che soffocano il tessuto economico e sociale di questa regione, distruggono la parte sana e onesta, creando questa cappa insopportabile che poi spesso sfocia in attentati incendiari di quelle attività e quegli imprenditori “onesti” che non si vogliono piegare all’estorsione o alle minacce. Una riflessione è d’obbligo soprattutto in vista delle future ed imminenti elezioni comunali, è importante far capire ai cittadini e agli elettori che soltanto in cabina elettorale e soltanto votando per un vero cambiamento, si potrà iniziare a debellare questo cancro terribile. È importante scegliere bene e soprattutto scegliere persone che da sempre prendono le distanze da certa politica marcia e da certi ambienti, persone che da sempre sono al fianco di tutti quegli uomini e quelle donne che quotidianamente lottano per contrastare la criminalità organizzata e noi “Meetup congiunti della Calabria” siamo da sempre al fianco dei magistrati e delle forze dell’ordine. Se vogliamo cambiare questa città e questa regione, se vogliamo che episodi tristi come questo restino solo un ricordo, è importante fare pulizia specialmente tra le istituzioni, isolare chi si lascia facilmente ammaliare da mazzette e regalìe, aiutare l’imprenditoria sana ed onesta, far si che possa dare il suo contributo all’economia locale senza temere ritorsioni. Non bastano più i meri atti di condanna e le prese di distanza postume, occorrono adesso più che mai i fatti concreti e le dimostrazioni di quanto si afferma, bisogna avere credibilità e non girarsi sempre dall’altra parte fingendo poi di cadere dal pero. Non è più tollerabile che la politica non si assuma le proprie responsabilità e soprattutto che non agisca concretamente per espellere la parte insana che continua ad inquinare, sporcare e devastare il tessuto socioeconomico dell’intera Calabria.