«Scarcerato per evitare il rischio di contagio in cella, una volta a casa incontrava gli amici del tutto incurante delle misure di contenimento dell’epidemia. Il nuovo arresto da parte dei carabinieri di Carmine Alvaro, dimostra quanto disastrosi e pericolosi siano stati gli effetti delle decisioni del governo che hanno consentito di mandare a casa centinaia di mafiosi». E’ quanto afferma il segretario della Commissione Parlamentare Antimafia Wanda Ferro, di Fratelli d’Italia, dopo la notizia del nuovo arresto di Alvaro, finito in manette nel 2018 nell’ambito dell’operazione “Iris” condotta dalla Dda di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri contro la cosca di ‘ndrangheta di Sinopoli, e scarcerato il 21 aprile scorso a causa dei provvedimenti “svuota carceri” per il rischio coronavirus.  «Già il giorno dopo la concessione dei domiciliari  – prosegue Wanda Ferro –  Alvaro è stato trovato dai carabinieri in compagnia di altri soggetti non autorizzati, dimostrando di farsi beffa non solo dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria, ma anche delle prescrizioni del governo per il contenimento del coronavirus. Il governo, anche attraverso gli aberranti provvedimenti de Dap, ha trasformato il covid in un jolly che ha consentito a mafiosi e delinquenti di lasciare le proprie celle, nonostante sia evidente che l’isolamento del carcere è forse il modo più sicuro per stare al riparo dal rischio di contrarre il virus. Abbiamo chiesto più volte al presidente Conte e al ministro Bonafede di spiegare cosa ci sia dietro la scellerata catena di provvedimenti che ha spalancato le porte delle carceri italiane, costringendo le forze dell’ordine e la magistratura a moltiplicare gli sforzi investigativi e di controllo del territorio per tenere sotto sorveglianza pericolosi criminali che ora hanno l’opportunità di riprendere la loro rete di relazioni e le loro posizioni di potere».

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