Dai comuni arriva la protesta contro l’ordinanza della presidente della Regione Calabria Jole Santelli che, andando contro il dettato del Governo nazionale, ha “alleggerito” la situazione emergenziale in Calabria, disponendo una serie di aperture. Da Amaroni, il sindaco Gino Ruggiero fa sapere che l’ordinanza regionale «rischia di mandare in fumo due mesi di sacrifici che tutti noi stiamo facendo per evitare il contagio del Coronavirus». «In particolare – dice Ruggiero – ha disposto una serie di misure che vanno in contrasto sia con i Dpcm del Governo, sia con le varie ordinanze emesse dai sindaci per contrastare l’espandersi del contagio nei propri territori comunali. Già stamattina, alcuni ambulanti provenienti da altri paesi, hanno chiesto informazioni per poter venire ad Amaroni, alcuni addirittura sono già arrivati e siamo intervenuti per farli uscire fuori dal nostro territorio. Per non parlare dell’apertura già da oggi (nemmeno 2 ore per organizzarsi) dei bar, ristoranti, ecc., a cui sono state impartite delle prescrizioni assurde. A tale proposito, come autorità sanitaria locale, ho emesso in data odierna una disposizione che adotta il differimento sull’intero territorio comunale, con decorrenza immediata e fino al 3 maggio, delle disposizioni emanate dal Presidente della Regione Calabria. Spero che il mio provvedimento sia compreso dalla stragrande maggioranza degli amaronesi e soprattutto dai commercianti, al fine di comprendere al meglio cosa fare e soprattutto come farlo per salvaguardare la salute di tutti». Anche a Squillace, il sindaco Pasquale Muccari ha rivolto un appello ai cittadini. «Nella mia doppia veste di medico e di sindaco – si legge – non condivido l’ordinanza n. 37 emessa dal presidente della Regione Calabria nella tarda serata del 29 aprile. Invito, pertanto, i cittadini ad osservare le disposizioni contenute nel Dpcm del 26 aprile, emanato dal presidente del Consiglio dei Ministri. Non ho emesso ordinanza di differimento, come altri sindaci hanno fatto, in quanto le norme emanate da un organo sovraordinato non possono essere in contrasto con quelle territoriali».
Carmela Commodaro