SQUILLACE – «“Siamo tutti sulla stessa barca”: così Papa Francesco, riportandoci agli occhi l’immagine evangelica dei discepoli sorpresi dalla tempesta in mare, mentre erano su una barca insieme a Gesù, ci fa capire meglio il momento che stiamo vivendo e ci dice che l’unica via di uscita oggi è quella di riscoprire la solidarietà tra tutti gli uomini del mondo. Ecco la chiave di volta: solo se saremo uniti, riusciremo a vincere questa guerra contro il nemico invisibile». Lo affermano Oldani Mesoraca ed Enzo Zofrea, consiglieri comunali di opposizione di Squillace, rivolgendo l’augurio pasquale ai concittadini. «E la solidarietà, la fratellanza – aggiungono – parte da ciascuno di noi, parte anche da una comunità piccola come quella di Squillace. Ed è quello che stiamo facendo, ciascuno per la propria parte. Lo stiamo facendo con responsabilità, restando a casa; con amore, stando vicino, come possiamo, a chi ha bisogno di un sorriso, di una parola dolce, di un pasto caldo. Lo facciamo, aiutando chi ha difficoltà, di ogni genere. Lo facciamo, sentendoci vicini a chi, nelle corsie degli ospedali, rischia ogni giorno la propria vita per salvare quella degli altri; a chi, con la propria opera di volontariato, accorcia le distanze tra il mondo esterno e quanti non possono uscire di casa; a chi ci garantisce la sicurezza per le strade». «Questo è il messaggio – scrivono Mesoraca e Zofrea – che ci viene dalla Pasqua di quest’anno: seppure distanti, sentiamoci tutti vicini. Con questo spirito, vi auguriamo, cari concittadini di Squillace, una Pasqua serena, per com’è possibile, con le vostre famiglie; ed il nostro pensiero va a quanti hanno i figli o altri congiunti lontani, perché così costretti dall’emergenza». Un ultimo pensiero i due consiglieri lo rivolgono alle vittime del maledetto virus. «Ci stringiamo ai famigliari – sottolineano – che non hanno avuto nemmeno la possibilità di dare loro l’ultimo saluto. Preghiamo perché Gesù Risorto possa salvare la nostra “nave” da questa spaventosa tempesta che sta seminando troppo dolore e migliaia di morti in tutto il mondo».

Carmela Commodaro

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