AMARONI – In piena emergenza coronavirus, una toccante lettera è stata scritta dal cavaliere al merito della Repubblica Rocco Devito al sindaco di Amaroni Gino Ruggiero e ai consiglieri comunali in carica. Ma le raccomandazioni sono rivolte a tutta la comunità. L’esperienza della corrente epidemia di coronavirus – sostiene Devito – pur in tutta la sua tragica e pesante realtà ha fatto riscoprire il senso di unità e di solidarietà a livello nazionale e locale di tutti gli italiani. Con encomiabile ed eroico spirito di sacrificio molte categorie professionali stanno profondendo i propri sforzi per combatterla, prevenirla quanto più possibile dove ancora non è molto diffusa, assistere e curare quanti si trovano ammalati o in stato di bisogno. Nei vari aspetti della vita quotidiana le restrizioni necessarie e i sacrifici richiesti alla popolazione italiana, che ci si augura sortiscano quanto più rapidamente possibile lo scopo di vincere e debellare questa epidemia, stanno fortunatamente funzionando da straordinario collante solidale fra le persone in misura prima inusitata se non addirittura spesso sconosciuta. E questo collante si sta dimostrando una buona prassi che si spera duri e tale rimanga a legare tra loro gli italiani anche dopo che sarà finita l’emergenza. Fa bene all’intera nazione veder finalmente gli italiani compatti tra di loro e vogliosi di vincere questa battaglia per riprendere poi la normalità del proprio industre lavoro che da sempre li distingue nel mondo. Fa bene stringersi tutti attorno al tricolore e intonare in coro l’inno nazionale. Fa bene vedere ciascuno e tutti, pur a debita e prudenziale distanza imposta dalle circostanze, comunicarsi in mille diverse forme a vicenda la voglia di farcela, di far tornare questa nostra nazione ai livelli competitivi di cui altre nazioni, che pur avrebbero dovuto dimostrarsi sorelle, in questo doloroso frangente non ci hanno accreditato come capaci. Secondo il cavaliere Devito, «è doloroso constatare che non tutti nel nostro comune si sono resi conto che la frase chiave “Uniti si vince” ha un senso e un effetto solo se tutti rispettiamo le restrizioni imposte per la salute di ogni individuo. Quando si è in guerra (e quella contro il Covid-19 è una vera e propria battaglia) tutti si è chiamati a rispettare rigorosamente quelle restrizioni o si rischia di non venirne mai definitivamente fuori. Ragionare in termini di “le osservino gli altri, io faccio eccezione e una sola eccezione non può fare danno” è pericoloso, è da incoscienti, da pazzi dannosi a se stessi e ai tanti anziani, nonni, zii, parenti, affetti già da altre malattie pregresse. Mettere a rischio vite umane attraverso un possibile contagio è un vero e proprio atto criminale e come tale va impedito e sanzionato. Ci sono ancora, pochi ma ci sono, che continuano a infischiarsene della quarantena. Persone che pretendono sempre di avere un valido motivo, diverso da quelli previsti dal Dpcm, per muoversi fuori di casa, senza rendersi conto che si può essere asintomatici al virus ma egualmente contagiosi nei confronti di altri. Dobbiamo pertanto intensificare gli sforzi perché tutti rispettino la quarantena. Impedire che pochi irresponsabili, colti da un malinteso senso di indifferenza verso il diffondersi del male, facciano sprofondare la collettività nel buio di un lungo tunnel del quale poi molti non vedranno la fine. Rivolgo questo mio accorato appello alle istituzioni affinché intensifichino e facciano tutto il loro possibile perché nessuno metta a repentaglio la propria salute e la vita altrui».
Carmela Commodaro