CATANZARO – Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, rilancia l’appello alle aziende di tutto il Paese: servono più mascherine, soprattutto per i medici. Ogni giorno si all’allunga l’elenco delle aziende che hanno deciso di riconvertire momentaneamente la produzione per rispondere alla crescente domanda di questi prodotti (ne servirebbero 90 milioni al mese) mossi soprattutto da un grande senso di solidarietà e responsabilità nei confronti di quanti – a partire da medici, infermieri e operatori socio sanitari – sono in prima linea a combattere questa difficile battaglia contro un nemico tanto invisibile quanto potente quale si è rivelato il Coronavirus. Tra le aziende che hanno deciso di rendersi utili e riconvertire momentaneamente la produzione per realizzare quante più mascherine possibile c’è la Errebiemme SaS di Maria e Barbara Olivadoti, un accreditato laboratorio sartoriale che da oltre 40 anni opera sul territorio e fuori dalla Calabria, in particolare con il Nord Italia, realizzando abbigliamento esterno da uomo. A darne notizia è la Confartigianato Imprese Calabria che con grande orgoglio annovera la la Errebiemme SaS tra le proprie imprese, aderenti all’associazione territoriale di Catanzaro. “Con il fermo della nostra produzione, e vista la grande richiesta di mascherine abbiamo deciso di metterci a disposizione e produrre quanti più pezzi possibile, dopo aver sterilizzato le macchine. Lavoriamo in assoluta sicurezza, nel rispetto delle misure previste dai decreti legge, con guanti mascherine e disinfettante – spiega Barbara Olivadoti -. La prima tranche di mascherine l’abbiamo realizzata utilizzando del materiale antigoccia bianco che è idoneo alla realizzazione delle mascherine. Dopo aver esaurito questo materiale procediamo con tessuto doppio strato, il primo è cento per cento cotone, il secondo è in tessuto non tessuto, proprio per renderle più spesse e a norma”. Sono state prodotte una media di 500 mascherine che sono già state distribuite gratuitamente agli ospedali di Catanzaro e Soverato, a privati, a Comuni e alle forze dell’ordine. “Ogni volta che finiamo una produzione speriamo che sia l’ultima – afferma ancora Barbara – nel senso che l’emergenza sia scemata e quindi non ci sia più bisogno di mascherine. Purtroppo appena finiamo la distribuzione, arrivano ancora nuove richieste. Continueremo a dare il nostro supporto e il nostro contributo fino a quando saremo autorizzate a procedere”.