Nella notte tra sabato 7 e domenica 8 marzo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha indetto una conferenza stampa in cui ha reso ufficiale la bozza trapelata poche ore prima del decreto coronavirus. Nel nuovo documento si conferma l’isolamento della lombardia e delle 11 province precedentemente menzionate nella bozza, alle quali si aggiungono ora anche quelle piemontesi di Novara, Vercelli e del Verbano-Cusio-Ossola. Le misure inserite nel decreto hanno effetto immediato e perdureranno fino al prossimo 3 aprile. Nel documento ufficiale rilasciato in nottata viene confermata l’indicazione di: “Evitare in modo assoluto ogni spostamento all’interno dei territori salvo che per spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza“. Viene inoltre raccomandato a chi presenta sintomi riconducibili a quello del coronavirus (con febbre superiore a 37,5°) di non uscire di casa e contattare immediatamente il proprio medico, a prescindere che sia positivo o no al Sars-Cov 2. Durante il suo intervento Conte ha inoltre affermato che non esiste attualmente un divieto assoluto, spiegando però che le Forze dell’Ordine schierate sul posto avranno la facoltà di fermare i cittadini in transito e chiedere la ragione dei loro spostamenti all’interno o per la zona rossa.
Il presidente del Consiglio ha poi rassicurato i giornalisti presenti: “Mi assumo la responsabilità politica di questo momento, ce la faremo”. Per quanto riguarda invece la tenuta del sistema sanitario nazionale in vista di un prossimo aumento dei contagi, Conte ha riferito che verranno implementate disposizioni per la creazione di nuove unità di terapia intensiva: “Oggi è stato sottoscritto un contratto per dare il via a una linea produttiva tutta italiana per apparecchiature di terapia intensiva e sub intensiva: avremo 500 nuove apparecchiature al mese e ci stiamo predisponendo per incrementarle. Stiamo incrementando anche le linee produttive della filiera Italia”. L’attuale zona rossa prevista dal documento ufficiale viene quindi abolita e l’isolamento esteso all’intera regione Lombardia e a ulteriori 14 province: vale a dire Parma, Piacenza, Rimini, Reggio-Emilia, Modena, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria, Verbano-Cusio-Ossola, Novara, Vercelli e Asti. Come dichiarato dallo stesso Conte, con il nuovo decreto vengono abolite le precedenti zone rosse e create aree di isolamento più estese: “Non c’è più motivo di tenere le persone di Vo’ e del lodigiano in una zona rossa confinate. Sono state create zone più ampie”.

Indietro