Roma, . – Dalle prime luci dell’alba, poliziotti della Questura di Roma e militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale, nei confronti di U.R. (classe 1947), sua figlia F. (classe 1983) e il “luogotenente” F.P. (classe 1967), indagati per usura, estorsione e abusivo esercizio del credito. Gli investigatori, coordinati dalla D.D.A., hanno ricostruito numerosi rapporti usurari gestiti da padre e figlia, che, nel caso di mancata o ritardata restituzione del denaro, estorcevano, unitamente a Profenna, con minacce e violenza, i crediti che vantavano dalle vittime. Emblematiche appaiono le parole proferite da U.R.: “…io te pio a bastonate… non e’ cattiveria… pero’ devi fare la persona seria… io i soldi che c’ho me li so’ fatti con l’anni de galera non me li hanno regalati a me”, “…a me quelli grossi mi piaciono perche’ fate il botto quando cascate”. Accanto ai due uomini, destinatari di misura cautelare in carcere, emerge la figura di F.R., figlia di U., per la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. La donna, oltre ad aver fattivamente partecipato ad alcuni episodi di usura, e’ la compagna di Bruno Gallace, primogenito del piu’ noto Giuseppe Antonio – pregiudicato per associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti (oggi defunto) – e fratello di Vincenzo- esponente di vertice dell’omonima cosca calabrese di Guardavalle (CZ), da anni stanziata sul litorale romano, soprattutto tra Nettuno e Anzio. Cosi’ in un comunicato la Questura di Roma.