Infermieri, operatori socio-sanitari (Oss) e altri operatori sanitari idonei ai concorsi nella sanità in Calabria insceneranno una protesta a Catanzaro, davanti alla Prefettura, giovedì 13 febbraio, a partire dalle ore 9.30. Gli idonei ai concorsi nella sanità pubblica calabrese saranno con il Si.Cobas (sindacato intercategoriale dei lavoratori autorganizzati). Si tratta di persone che hanno superato esami, valutazioni di merito, verifiche teoriche e pratiche, con tanto impegno e tante aspettative, ma ora si sentono traditi. «Idonei a tutto – dicono – ma non a svolgere le attività per cui ci siamo preparati. La Costituzione conosce un solo percorso per l’accesso nella pubblica amministrazione: l’iter concorsuale. Contro questo principio che stabiliva la regola generale si sono attuate deroghe motivate da emergenze, eccezioni e necessità di fatto. Questo anche lo scopo della Legge Madia, anche se, almeno formalmente, ribadiva quanto prescritto dalla Costituzione. Di fatto nell’applicazione della classe politica, però, emergenze, eccezioni e necessità sono state l’unica vera regola. Una prassi gestionale utile a sostanziare il blocco del turnover durato dieci anni e giustificare contratti alternativi a quelli a tempo indeterminato. Dopo lo sblocco del turnover il ripristino della legalità, e cioè l’immissione in ruolo a seguito dei concorsi, si è attuato solo poche volte. Non è stato solo un vulnus rispetto ad un principio dettato dalla Costituzione, ma anche un danno materiale per chi si è attenuto alle regole della legalità ed inoltre ha prodotto un allargamento dell’area della precarietà che soltanto a parole si sarebbe voluto contrastare». Tra gli idonei ai concorsi ci sono giovani e meno giovani, padri, madri, figli e anche nonni, ai quali – sostengono loro stessi – «vengono calpestati dignità e competenze». «Non vogliamo essere parte di una guerra tra poveri – puntualizzano – perché precari e sfruttati siamo tutti: chi lavora con contratti precari e chi non lavora ancora. Oggi, non esistono più scuse, chiediamo che venga esercitato quello che è un nostro diritto, un diritto che in questi giorni viene di nuovo cancellato dalla proroga della Legge Madia ad opera del Ministro Speranza». In pratica, gli idonei chiedono lo scorrimento delle graduatorie vigenti e fino a loro completo esaurimento, in via prioritaria sulla stabilizzazione dei precari, e vogliono che l’impegno in tal senso sia formulato per iscritto. Per queste ragioni hanno deciso di scendere in piazza, di rivendicare i loro diritti e di prendersi ciò che si sono meritati, perché «chi ha prodotto questa situazione deve trovare le soluzioni adeguate, ma non sulla pelle dei lavoratori».
Carmela Commodaro