«Squillace è uno dei tanti luoghi da cui ripartire per costruire la prospettiva di sviluppo della Calabria». Lo ha affermato il candidato presidente della Regione del M5S, Francesco Aiello, partecipando a Squillace ad un incontro con gli artigiani ceramisti del luogo. Aiello, accompagnato dall’on. Paolo Parentela e da alcuni candidati delle liste a lui collegate, ha compiuto una visita nel centro storico squillacese, dove ha visitato alcuni monumenti e dialogato con gli artigiani della ceramica artistica e tradizionale, soffermandosi sulle problematiche del settore. Secondo Aiello, «Squillace è un borgo con tanti attrattori culturali, quali, per esempio, la basilica e il castello normanno. Un’eredità che potrebbe avere ricadute di reddito e di occupazione solo se questi patrimoni venissero messi a sistema in una strategia regionale dedicata alle attrazioni turistiche museali e storico-culturali. Ho proposto la definizione di questa strategia nei giorni scorsi in un approfondimento sul patrimonio museale della Calabria. Squillace non è solo storia, ma è anche un luogo conosciuto per la produzione identitaria legata alla lavorazione della ceramica. Nonostante tutto, in questo comune i maestri ceramisti non solo resistono alla globalizzazione, ma vantano un vantaggio competitivo dovuto al saper fare, culminato nel riconoscimento ministeriale dell’arte del graffito doc. Unico caso in Calabria. Un riconoscimento che attesta la cultura del lavoro che si respira in tutti i laboratori che ho visitato e che premia la qualità della produzione finale». Aiello ha concluso, quindi, che «questi artigiani meritano attenzione istituzionale. Per esempio, la promozione di un brand territoriale alimenterebbe il mercato e aiuterebbe questo borgo a consolidarsi anche come attrattore turistico culturale. Si potrebbero recuperare le cave per consentire l’approvvigionamento in loco dell’argilla, così come accadeva in passato. Utile e cruciale sarebbe ripensare al ruolo della formazione professionale per facilitare il ricambio generazionale».
Carmela Commodaro